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Per un codice etico dello shopping on line

Il 14 aprile ho ordinato un libro da Fnac, in Francia: “le journalisme aprés Internet” di Yannick Estienne. L’ho ricevuto il 16 maggio, più di un mese dopo. Sul sito c’era scritto che era disponibile in pochi giorni. Oggi ho visto che sul sito di Fnac il libro della Estienne può essere consegnato “in due o tre settimane”. Un anno prima, l’1 febbraio 2007, mi era successo di peggio. Dopo aver aspettato mesi, Fnac ha annullato l’ordine perchè il libro era “indisponible auprès du fournisseur “. Ho fatto il mio primo acquisto on line nel 1994. Allora si comprava solo all’estero. Sono passati quattordici anni ma vedo che le cose non sono cambiate in meglio. Anzi.

Leggo sull’Espresso di questa settimana  (Sul Web non ti compro)che cinque milioni di italiani acquistano via Internet almeno una volta l’anno. Pochi. Perchè?  Una delle cause è proprio il tempo di spedizione ballerino . A me succede spesso. Compro di tutto, quindi la tipologia dei miei acquisti è varia, dal digitale ai libri ai prodotti per la casa e la salute. I più seri? Le Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia. Due, tre giorni dopo l’ordine, la merce è già a casa. E gli altri? Dice al giornalista dell’Espresso Alessandro Longo il braccio destro di Amazon.com, l’italiano Diego Piacentini, che il problema è il magazzino. Si dichiara che il prodotto è disponibile, ma in realtà lo si richiede al grossista soltanto dopo l’ordine, il che dilata i tempi di consegna. Mancanza di serietà, che fa male a tutto il sistema dell’e-Commerce.

Forse ci vorrebbe un codice etico dei negozianti digitali. Regole chiare, indicate in un bollino blu da mettere bene in evidenza sulla home. E poi un sistema di feedback trasparente, simile, anzi migliore, di quello adottato da e-Bay.

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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