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Dov’è finita Zeng JinYan?

Zeng Jinyan (曾金燕), la blogger cinese più famosa è sparita  nel nulla dal 7 agosto. Ha solo un anno in più di Michael Phelps. Suo marito Hu Jia (胡佳), ha già subito pesanti condanne per articoli ritenuti “sovversivi”.

Michael Phelps ha 23 anni. Prima, durante e dopo la sua marcia trionfale verso le otto medaglie d’oro nel nuoto, migliaia di giornalisti, affluiti a Pechino dal resto del pianeta, hanno parlato di lui in tutte le salse. C’è qualcuno in Italia che non lo conosce? Zeng Jinyan (曾金燕) invece di anni ne ha 24. E’ una donna, una blogger che (con un entusiasmo in verità  eccessivo) la rivista ‘Time’ ha inserito nel 2007 in uno speciale elenco delle 100 persone più influenti del mondo intero. Per il settimanale americano questa ragazza incarnava la dirompente forza di Internet, il suo diario online “dava voce” alla nuova generazione di giovani cinesi, al dissenso al tempo del Web 2.0.

Ma c’è qualcuno in Italia che sa chi è Zeng? Lei e suo marito da noi sono praticamente degli sconosciuti. Lui, Hu Jia ( (胡佳), il 4 aprile è stato condannato a tre anni e mezzo di prigione per aver scritto nel 2007 sei articoli “sovversivi”. Una sentenza che ha ovviamente lasciato completamente indifferente il Comitato Olimpico Internazionale. Per conoscere nel dettaglio la loro storia possiamo rimandare al capitolo del libro  Doppi Giochi, intitolato “Due Pericolosi Sovversivi”.

Ma non è del passato che vogliamo qui parlare. La notizia di questi giorni è un’altra. Dal 7 di agosto Zeng Jinyan è sparita, come dissolta nel nulla insieme alla sua figlioletta nata da pochi mesi. L’allarme l’ha lanciato un gruppo cinese che si batte per il rispetto dei diritti umani che ha avanzato l’ipotesi  che fosse stata allontanata da Pechino per impedire ai reporter occidentali di avvicinarla. Una mossa azzardata quella del regime cinese? Per nulla.

Perché il Cio ovviamente non ha chiesto ai dirigenti comunisti  alcuna spiegazione e i rappresentanti dei governi occidentali (Bush in testa) hanno allegramente partecipato alla “fantastica” cerimonia di apertura dei Giochi. E i 23.500 operatori dei media accreditati alle Olimpiadi come hanno reagito? Da cronisti  sportivi hanno naturalmente cominciato a seguire le gare, ad appassionarsi ai record. Perché avrebbero dovuto interessarsi a una tale Zeng Jinyan  di cui non sapevano nulla di nulla? Nelle cartelle stampa il suo nome non c’era. A questo mondo c’è però per fortuna sempre qualcuno capace di “uscire dal coro”. Stavolta il merito va a Kristin Jones giornalista statunitense.

Il 18 agosto il sito della Abc ha pubblicato un suo reportage dedicato all’argomento. Cosa dice in buona sostanza Kristin? Che il mondo dell’informazione si è fatto distrarre dagli ori di Olimpia. Che altre storie non sono state raccontate. Che gli avvocati di Zeng ritengono che la ragazza sia stata allontanata da Pechino nell’ambito dei programmi per la “sicurezza olimpica”.

L’articolo riporta anche una dichiarazione di Xiao Qiang, esperto di Internet, che parla di come il regime “abbia saputo fare pulizia”. “E’ difficile per i giornalisti che stanno qui solo un paio di settimane trovare qualcosa di autentico, vero”, sottolinea Xiao. Si può dargli torto? L’intervistato spiega come le maglie della censura si siano strette in queste settimane sfruttando un’opportunità iscritta nella stessa logica dell’evento: “Le Olimpiadi sono un grande show. La gente è interessata ai risultati delle gare, molto meno a misere e marginali vicende come quelle riguardanti i diritti umani in Cina”.

Bella epoca, davvero, quella che stiamo vivendo. Il cinismo del Presidente del Cio, Jacques Rogge (che se la prende con il giamaicano Usain Bolt perché sventolando le sue scarpette Puma rischia di far imbestialire lo sponsor ufficiale Adidas e che vieta il lutto agli spagnoli per paura che possa creare un precedente), sta diventando una delle chiavi per interpretare e leggere il nostro tempo.

In particolare dovremmo comprendere (e dircelo una volta per tutte) che lo sport non c’entra quasi nulla con le Olimpiadi. E’ solo la facciata esteriore di qualcosa altro, ben più pesante sul piano affaristico commerciale. Ma dovremmo soprattutto rilanciare una semplice domanda che può mandare all’aria il grande “castello di cinismo e menzogne”: dov’è finita Zeng Jinyan?

di Roberto Reale (segretario generale di Information Safety and Freedom)

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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