Il Blog sta subendo alcuni interventi di manutenzione e aggiornamento, pertanto nei prossimi giorni si potrebbero riscontrare rallentamenti o malfunzionamenti.Ci scusiamo per il disagio.

Apple fruga negli iPhone e caccia chi ha fatto jailbreak?

Apple intercetta gli utenti? Va a curiosare – diciamo così – all’interno dei singoli iPhone? E come fa? L’ipotesi più credibile è che il tracciamento dei dati avvenga attraverso iTunes. L’hacker Sherif Hashim ne sa qualcosa. E’ stato espulso dall’Apple Store perché aveva jailbrekkato il suo iPhone. Sherif racconta la sua esperienza su Twitter. Sul display è apparsa questa scritta: “Your Apple ID was banned for security reasons”. Bannato, cacciato, cartellino rosso.

Sherif Hashim: espulso da Apple Store

Sherif Hashim: espulso da Apple Store

Qual è stata la colpa di Sherif? Aver violato l’ultimo firmware rilasciato da Apple per iPhone. La versione 3.1.3 si sta rivelando una colossale trappola per chi ha fatto jailbreak. Non apporta alcuna miglioria consistente ma, in compenso, costringe gli utenti a tornare alla versione originale del sistema operativo e a rinunciare così al software acquistato (già, acquistato!) su canali alternativi come Cydia.

Chi fa il jailbreak non è un pirata tout court. Spesso lo fa perché le funzioni di base di iPhone e le applicazioni disponibili su Apple Store non permettono operazioni banali. Un esempio? Spedire sms a gruppi di destinatari. Solo con il jailbreak si può installare biteSMS, che interagisce con ABCContacts. Solo con il jailbreak si possono scaricare (non solo vedere) i filmati di YouTube. Eccetera.

Se Apple tenesse conto dei feedback degli utenti e correggesse gli errori, il fenomeno jailbreak sarebbe sicuramente ridimensionato. Certo, ci sono gli irriducibili delle applicazioni craccate e gratuite a tutti i costi, ma così va il mondo digitale, fin dagli albori. E’ tutto un rincorrersi di guardie e ladri (come peraltro accade nel mondo analogico).

Guardie e Ladri

Guardie e Ladri

La vicenda di Sherif Hashim pone un altro problema. Più grave. Se Apple (o Microsoft, o chi volete voi) è legittimata a frugare nei nostri computer o smartphone. Chi ci dice che vada a cercare soltanto se un firmware o un’applicazione sono stati scaricati legalmente? E se andasse a leggere mail, documenti, sms, contatti, fotografie? Quanti Grandi Fratelli dobbiamo subire?

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

Alcune delle mie Pubblicazioni
Stay in Touch

Sono presente anche sui seguenti social networks :

Calendario
Febbraio 2010
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728