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eGovernment: è possibile sburocratizzare la burocrazia?

Evidentemente i cittadini credono poco nella possibilità che la burocrazia si sburocratizzi, che davvero la Pubblica amministrazione digitale possa rinascere, come la Fenice, dalle sue ceneri. Come interpretare altrimenti il dato sulla partecipazione al sondaggio “Burocrazia: diamoci un taglio!“, promosso dal Ministero per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione? “Nei primi mesi dell’iniziativa, dal 25 novembre 2009 al 15 marzo 2010, sono state inviate 197 segnalazioni di proposte e problemi”, è scritto sul rapporto pubblicato oggi dal Ministero.  

Davvero scarsa, la partecipazione. 197 interventi in quattro mesi. Un segnale di diffidenza che va colto passando al contrattacco. Servono iniziative concrete di sburocratizzazione, per convincere i cittadini che è davvero possibile avere un rapporto con la PA che non passi soltanto attraverso code, umiliazioni, certificati, documenti , timbri e bolli. In sostanza, un eGovernment che guardi alle esperienze migliori già consolidate in altri paesi europei.

Anche se pochine, le segnalazioni dei cittadini colgono nel segno. La domanda di semplificazione è forte e chiara. Digitalizzare la PA per eliminare gli sprechi. Meno carta nell’era di Internet, più collegamenti telematici per eliminare i certificati, accesso più rapido ai servizi.

La sburocratizzazione deve cominciare da gesti conseguenti:  non chiedere ai cittadini informazioni già in possesso delle pubbliche amministrazioni, eliminare le piccole molestie ricorrenti, utilizzare un linguaggio comprensibile. E poi, la riduzione delle “molestie amministrative” sulle imprese: avere un unico interlocutore per le autorizzazioni, ridurre gli oneri per partecipare alle gare d’appalto, acquisire direttamente dati e documenti, inviare telematicamente domande e dichiarazioni.

Infine la fine dell’incubo della pratica per quanti si trovano in condizioni di maggiore debolezza , con la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure per il riconoscimento dell’invalidità’ e delle altre prestazioni per i disabili.

Sul sito del Ministero sono ben evidenziate le segnalazioni più “forti”, con le prime risposte:

  1. Pagamenti telematici;
  2. Mai più carta;
  3. Digitalizzazione per l’impresa;
  4. La PA non chiede ciò che sa;
  5. Un linguaggio più semplice;
  6. Moduli disponibili su Internet;
  7. L’invio delle domande on line;
  8. Il pilota e il doppio passaporto.

Un buon lavoro, ma siamo ancora ai prodromi, ed è per questo, forse che i cittadini non sembrano convinti. Bisogna recuperare il tempo perduto. Altrove sono avanti anni luce. Non solo in Europa – Estonia, Gran Bretagna, Francia, eccetera – ma anche nei paesi  – come la Serbia – che in Europa stanno per entrare.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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