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Posta Elettronica Certificata: gli ordini professionali la snobbano. Scatta l’ispezione

A quanto pare gli Ordini professionali non sono molto convinti dell’utilità della Posta Elettronica Certificata. Non si spiega altrimenti la decisione del ministro Renato Brunetta di far avviare una verifica da parte dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica. Nel mirino dell’Ispettorato ci sono venticinque Ordini e Collegi Professionali. Brunetta chiede di accertare “se e in quale modo gli Ordini e i Collegi Professionali abbiano adempiuto a tutti gli obblighi di legge nell’attivazione della Pec dei loro iscritti.

Il comma 7 dell’articolo 16 del decreto legge n. 185/2008 stabilisce che i professionisti iscritti in Albi o Elenchi istituiti con legge comunichino il proprio indirizzo di Pec ai rispettivi Ordini o Collegi, che li raccolgono in un “elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni”.Tale norma prescriveva che gli elenchi fossero predisposti entro la fine dello scorso anno. Rilevata da un primo monitoraggio la diffusa inadempienza di tale disposizione, il ministro Brunetta ha quindi disposto la verifica dell’Ispettorato di Palazzo Vidoni. 

Il ministero ricorda che la PEC è uno strumento “volto a semplificare i rapporti fra i professionisti e la Pubblica Amministrazione, oltre a ridurre tempi e costi delle comunicazioni, a garantire la certezza del mittente, l’integrità’ e la riservatezza dei messaggi (alla stregua di una raccomandata con ricevuta di ritorno)”. 

Le Associazioni professionali coinvolte negli accertamenti sono in tutto 25: entro il 30 marzo dovranno comunicare il nominativo del responsabile del procedimento (incaricato dell’attuazione delle disposizioni di legge), che deve verificare il numero dei professionisti iscritti che non hanno ancora provveduto a segnalare il proprio indirizzo di Pec e individuare le opportune sanzioni nei loro confronti. 

L’istituzione della PEC ha finora suscitato più malumori che consensi. D’altronde la PEC è quella che è. Un sistema chiuso, adottato solo nel nostro paese. Quanto alla cosiddetta PEC gratuita (rilasciata da INPS e ACI), funziona solo a metà. Alla casella gratuita si può accedere soltanto via browser (non può essere configurata su Outlook e sugli altri client di posta elettronica) e poi la PEC di INPS e ACI può essere utilizzata solo per la corrispondenza con la Pubblica Amministrazione. Insomma, il cittadino deve comunque continuare a usare la sua vecchia casella postale, per interagire con tutti gli altri.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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