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Facebook sta attivando il riconoscimento automatico delle foto

Facebook la sta facendo di nuovo fuori dal secchio, con la privacy degli utenti. Ha attivato alla chetichella il tag automatico delle foto, anche fuori degli Stati Uniti. Significa, in pratica, che il sistema di riconoscimento facciale passerà in esame tutte le fotografie e assegnerà automaticamente – previo suggerimento – i tag. Per evitarlo, ogni utente dovrà cambiare le impostazioni dell’account.

La rivelazione è del Wall Street Journal, che linka la “gola profonda”. Si tratta di Sophos. Graham Cluley, consulente tecnologico senior dell’azienda di sicurezza informatica, nel suo blog racconta cosa è successo e suggerisce anche come disattivare la funzione.

 

Ovviamente ognuno può scegliere cosa fare della propria privacy, ma non è corretto che Facebook imponga tale opzione come default. Roba da Garante per la protezione dei dati personali che, a questo punto, potrebbe e dovrebbe intervenire.

Facebook sta aggiornando i profili. Dunque è il caso di andare a controllare, di tanto in tanto, se la funzione è stata o meno attivata anche per voi.

 

Fonti: WSJ, Sophos

 

AGGIORNAMENTO DEL 15 GIUGNO

”Facebook ha un comportamento irresponsabile, non puo’ imporre il riconoscimento facciale con i tag. Deve dare la scelta ai propri utenti prima di imporgli delle impostazioni di default”. E’ il Garante europeo per la privacy Peter Hustinx a parlare da Bruxelles, in occasione della presentazione annuale del rapporto sulle sue attività’.”Dobbiamo aspettare i risultati delle indagini che le autorita’ nazionali stanno svolgendo per poterci muovere a livello europeo. La cosa piu’ triste e’ che non e’ la prima volta che Facebook impone ai suoi utenti delle impostazioni automaticamente senza chiedergli se sono d’accordo o meno. Sembra un suo modello di comportamento”. Hustinx fa poi riferimento al re dei motori di ricerca, il colosso di Mountain View: ”Google si e’ comportata nella stessa maniera in passato, per esempio quando ha lanciato Google Buzz, il social network di Gmail, che mostrava automaticamente i contatti dell’utente. Per quanto Google e Facebook siano in primis sottoposte a una legislazione non europea – ha concluso – devono sempre e ovunque rispettare la privacy degli utenti”. (Fonte: Ansa)

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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