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Hackerville paese dei balocchi dei pirati informatici

Hackerville, la capitale del crimine informatico, esiste sul serio, ed è a Ramnicu Valcea, nel cuore della Romania, ai piedi dei Carpazi. I ragazzi di qui hanno fatto del furto e della truffa online la loro ragione di vita e di guadagno. Le vittime sono per lo più statunitensi, tanto che il 7 dicembre scorso il direttore dell’FBI, Robert Mueller, è andato a Bucarest per chiedere a governo e polizia di intervenire con energia per reprimere il fenomeno.

Hackerville/Ramnicu Valcea (foto di Nick Waplington per Wired USA)

L’intelligence romena ha creato la Brigata Speciale “Vlad l’Impalatore” – da queste parti Dracula è il personaggio più popolare – che di tanto in tanto fa incursioni e rastrellamenti. Durante l’ultima operazione, il 22 novembre, sono state arrestate venticinque persone, tra i 18 e i 35 anni, accusate di scorribande digitali negli Stati Uniti, in Francia, Svizzera, Austria e Germania. Erano riuscite a fare truffe anche su eBay, vendendo elettronica, auto e persino trattori. Merce ovviamente mai recapitata.

Nel quartiere di Ostroveni, roccaforte dei pirati, sono abituati alle visite frequenti della polizia e dei giornalisti che vengono qui per scrivere pezzi di colore. Gli hacker (ma sarebbe più corretto parlare di cracker, perché nelle loro azioni non c’è nulla di etico) non si sottraggono alle domande. Sono quasi tutti laureati senza lavoro e senza alternative, almeno così dicono.

L’organizzazione è ben ramificata in tutto il mondo. In quasi ogni paese c’è un intermediario che apre un conto in banca dove accreditare i proventi di furti e truffe e trattiene per se una percentuale sugli incassi. Poi il denaro arriva ai destinatari attraverso numerose triangolazioni internazionali,

Nel centro di Ramnicu Valcea ci sono più di venti uffici della Western Union – che, si sa – si occupa del trasferimento del denaro da un paese all’altro. In città c’è benessere. Locali notturni come se piovesse, concessionarie di auto di lusso, giovani a bordo di macchine costose.

A luglio la polizia romena e l’Fbi hanno arrestato ventitré pirati informatici che avevano truffato migliaia di statunitensi, per un valore complessivo di 15,3 milioni di euro. Adesso l’Fbi sta addestrando seicento poliziotti romeni, per chiudere questa città dei balocchi.

Quanto a loro, i cracker, non sembrano molto spaventati. C’è n’è uno – George – che mostra al cronista di Le Monde una citazione di Seneca appiccicata sul monitor: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili”.

 

Fonte: reportage di Mirel Bran per Le Monde

 

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Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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