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Il mistero del sito oscurato dal ministro Fornero

Perché il ministro Elsa Fornero ha oscurato il sito dell’Ufficio provinciale del Lavoro di Modena? Non c’è ancora una motivazione ufficiale della decisione – gravissimo e inedito episodio di censura – e dobbiamo accontentarci delle frasi riportate nella home: “al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it“.

Anche tentando una traduzione dal burocratese all’italiano, non si comprende cosa abbiano scritto di così eversivo nelle pagine web del DPL di Modena. È – era – un sito della Pubblica Amministrazione, “nato il 19 febbraio 2001, come strumento di supporto all’Ufficio relazioni con il pubblico”, e “visitato, in questi anni, da circa 18 milioni di utenti”. Un giudizio inopportuno sulla politica governativa in tema di lavoro? Impensabile. Qualche commento irrispettoso nei confronti del ministro Fornero da parte degli utenti? Possibile, ma – in tal caso – perché non ordinarne la cancellazione, invece di disporre la chiusura di tutto il sito?

Per saperne di più dovremo attendere la risposta alle interrogazioni urgenti presentate da alcuni parlamentari. Certo è che il provvedimento del Ministero del Lavoro fa pensare a paesi diversi dall’Italia, quelli che ogni anno finiscono nei rapporti di Reporters sans frontières sui “Nemici di Internet”, quelli che censurano chi non si omologa al verbo del regime.

Il giurista Guido Scorza, che per primo ha denunciato il grave episodio, ci va giù duro:

Ordinare la chiusura di un sito internet è un gesto dettato o da un delirio di onnipotenza di un Ministro – e/o di un suo dirigente – che ritiene, evidentemente, di essere padrone dell’informazione o da una tanto profonda ignoranza delle dinamiche di circolazione dell’informazione online da risultare grave almeno tanto l’ipotesi del delirio di onnipotenza“.

E aggiunge:

“…quale che fosse il contenuto di talune delle pagine web – evidentemente invise al Ministro del lavoro – è evidente che nulla giustifica la chiusura di un intero sito internet per ottenerne la rimozione dallo spazio pubblico telematico. E’ esattamente come chiudere un giornale a seguito della pubblicazione di un articolo che si ritiene – a torto o a ragione – diffamatorio. Anzi, peggio. E’ come chiudere un ufficio pubblico perché uno dei dipendenti, funzionari o utenti che lo frequentano si è lasciato andare a qualche considerazione ritenuta inopportuna dal Ministro”

Roba che se lo avesse fatto il governo precedente, saremmo scesi in piazza a gridare contro la censura di regime.

 

PS. A sua insaputa. Il sito del DPL di Modena sarebbe stato oscurato all’insaputa del ministro Fornero. Lo dice lei stessa a Anna Masera della Stampa: “…Di questa vicenda ho avuto un’informazione vaga questo scorso sabato di Pasqua e ho subito risposto ‘Non ne so niente, mi informo’. Tornando dal fine settimana ho saputo via email che il sito era stato chiuso, ho risposto che non ero informata e ho messo in cc il capo della comunicazione del Ministero del Lavoro e l’addetto stampa. Quando ho saputo che a decidere la chiusura del sito era stato il nostro segretario generale, la dottoressa Matilde Mancini, le ho chiesto di chiamarmi e sto aspettando di parlarle. Perchè non so se il sito in questione abbia fatto qualcosa di grave che non andava – visto che si tratta di un sito istituzionale – oppure no e vorrei capire come stanno le cose prima di esprimermi.


Ci tengo a sottolineare che la dottoressa Mancini è una persona molto scrupolosa, non è un cieco burocrate.

Detto questo, nel frattempo ho parlato con Eufranio Massi, il direttore della Dpl di Modena, con cui ho appena concluso una lunga telefonata. Stando da quanto mi dice, lui avrebbe commesso la leggerezza di pubblicare il testo della riforma sul lavoro (scaricandolo dal sito del Sole 24 Ore) prima che fosse ufficiale e quindi prima di noi al Ministero, quando ancora mancavano tutte le firme.

Se così fosse, e se fosse solo questo il motivo per la chiusura del sito, la riterrei una punizione eccessivaper un eccesso di intraprendenza che va bene nei giornali ma un po’ meno nelle Istituzioni, ma che non mi sembra talmente grave da giustificare l’oscuramento, per cui chiederei di farlo riaprire. Non solo, ma anzichè oscurarlo, se il sito della Dpl di Modena è davvero così ben fatto lo prenderei come esempio, come modello a cui ispirarsi, e chiederei a Massi di collaborare al nostro sito per migliorarlo. Ma aspetto, e vi chiederei di aspettare, prima di giudicare. Vi farò sapere presto”.

Fin qui Elsa Fornero. Che un sia pur alto burocrate come il segretario generale possa prendere una decisione così grave all’insaputa del ministro è ancora più sconcertante.

 

PPS. Il sito del DPL Modena è stato riaperto ieri, 13 aprile. Nel comunicato stampa si legge che “Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non ha mai praticato azioni di censura nei confronti di iniziative o attività poste in essere dai propri dirigenti e dipendenti. Ogni intervento è stato sempre effettuato per garantire il rispetto delle leggi e delle regole vigenti. E, anzi, l’obiettivo è stato sempre quello di valorizzare le buone pratiche avviate dalle strutture del Ministero. Partendo da questi presupposti, i responsabili della Direzione della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno incontrato questa mattina i responsabili della Direzione del Lavoro di Modena. Nel corso dell’incontro, chiarite le ragioni che avevano portato a intervenire sul sito della DTL di Modena, sono state approfondite e definite le modalità di integrazione del sito stesso nel sistema di comunicazione istituzionale del Ministero. Il sito della DTL di Modena sarà dunque riattivato da domani mattina e sarà raggiungibile anche dalla home page del sito del Ministero (www.lavoro.gov.it)”.

Sorge spontanea la domanda. Sarebbe stato riaperto se non ci fossero stati la segnalazione di Guido Scorza e il tam tam sulla Rete?

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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