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eBook salga a bordo, cavolo!

Compro un libro di carta e lo leggo. Mi è piaciuto, lo consiglio, lo faccio leggere a moglie e figli (se ce li ho), oppure lo dò in prestito all’amico caro che sicuramente me lo restituirà. All’editore non importa se uso gli occhiali e neanche che tipo di occhiali. A lui importa soltanto che io lo acquisti. Insomma, sul quel libro ho tutti i diritti, escluso quello di fotocopiarlo per trarne profitto. Compro un libro in formato digitale, un eBook, insomma. Ebbene, l’editore (o il distributore) mi impone lo strumento con cui devo leggerlo (il tablet, l’eReader, il desktop, lo smartphone, l’applicazione) e poi ci mette un marchio indelebile (si chiama DRM) che mi impedisce di farlo leggere ad altri o darlo in prestito. Sarà mio per sempre, come accade per i libri di carta? In quale scaffale potrò conservarlo per rileggerlo tra vent’anni? Oppure succederà come i vecchi VHS, la cui morte ci ha costretto a ricomprare i film in DVD e poi in BlueRay e domani chissà?

 

Lo so cosa mi risponderete, cari editori, cari distributori. Il DRM serve per combattere la pirateria, il download illegale. Già, ma tutti questi lacci e lacciuoli sortiscono l’effetto contrario, quasi costringono a procurarsi surrettiziamente il pdf del libro e poi convertirlo a piacimento nei formati consoni agli strumenti di lettura usati. Sto parlando di Calibre, tanto per fare un esempio.

Vi renderete conto che il povero lettore non può stare a impazzire tra miriadi di applicazioni, form da compilare manco fosse la denuncia dei redditi, scarica qui e scarica lì, quell’eBook puoi leggerlo con questo e quell’altro con quello. Roba che anche i lettori più accaniti e smanettoni gettano la spugna e si buttano sul Mulo (inteso per eMule)!

E no, così proprio non va. Io i libri voglio continuare ad acquistarli e se compro un eBook intanto devo pagarlo molto meno di quello di carta, e poi voglio leggerlo dappertutto, e poi voglio aver un diritto di prestito (semmai limitato, diciamo una decina di ticket), e poi voglio conservarlo in uno scaffale eterno.

E basta con Windows e Mac, Linux e Kindle, iPad e Leggo, e Adobe Digital Editions, che ci vuole un elenco sterminato di diavolerie elettroniche e prima di cliccare su LO COMPRO devo stare attento, sennò non riesco a leggerlo.

Io l’angoscia da pirateria la capisco, ma allora – cari editori – mettetevi d’accordo e fate come si fa con gli altri prodotti: non importa se la pasta la compro qui o là, che sia di grano duro rifaldo o del senatore Cappelli. Io uso la stessa pentola, per far bollire l’acqua e farla cuocere. Mica mi sto a inventare una pentola differente per ogni varietà, chessò i fusilli con questa e i rigatoni con quella.

Datevi una mossa, inventatevi una soluzione universale altrimenti smettetela di prendervela col Mulo.

Salite a bordo, cavolo!

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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