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La spesa sanitaria e Monsieur de La Palisse

Caro Monsieur Jacques II de Chabannes de La Palice, mi dispiace distoglierti dal tuo sonno secolare, ma tutto quello che sto per scrivere mi sembra, appunto, lapalissiano[1]. E se davvero si mettesse mano alla spesa sanitaria italiana, per ridurne sprechi e ruberie? E se si trasformasse l’intero carrozzone in una macchina efficiente, trasparente e razionale, con l’informatizzazione capillare della filiera? Non ci sarebbe da inventarsi nulla. Basterebbe copiare le altrui buone pratiche. Lapalissiano, appunto, ma proprio per questo eversivo. Trasparenza, efficienza, rapidità, controllo costante della spesa, insomma l’antitesi dell’odierno andazzo. Acque malferme in cui sguazzano schiere sterminate di burocrati analfabeti digitali, la cui esistenza in vita si giustifica solo con la resistenza a oltranza ad ogni innovazione. Facciamo qualche esempio:

 

 

Firma digitale per tutti

Ogni impiegato, funzionario e dirigente del Servizio Sanitario Nazionale, ogni struttura e medico convenzionato, ogni fornitore, ogni farmacista è obbligato all’uso della firma digitale. Ogni pratica, ogni acquisto, ogni transazione, ogni atto, ogni passaggio, deve essere accompagnato dalla firma digitale. Ogni Regione, ogni ASL, avrebbe così il quadro completo dell’attività e della spesa, con la segnalazione automatica – da parte del sistema informatico – di tutte le eventuali anomalie. Sarebbero così immediatamente individuati i responsabili di ritardi, omissioni, errori. Il flusso continuo di informazioni dovrebbe essere accessibile ad ogni livello di comando. Anche ai cittadini, salvaguardando ovviamente la privacy degli utenti.

Ricetta elettronica e spesa farmaceutica

Il cittadino va dal medico di famiglia e si va visitare. Se c’è bisogno di farmaci, il medico compila la prescrizione sul computer e la invia online al sistema centrale. Il cittadino va in farmacia e consegna la sua Tessera Sanitaria (con microchip). Il farmacista mette la tessera nel lettore, legge la prescrizione e consegna i medicinali. Contestualmente il sistema centrale registra che il farmaco è stato fornito al cittadino. Non c’è burocrazia, né spreco di carta. Il controllo della spesa farmaceutica è minuzioso e costante. La Ricetta Elettronica non è un capriccio, né una boutade da tecnomani. E’ adottata nella gran parte dei paesi evoluti.

In Estonia, ad esempio, la Ricetta Elettronica è in vigore dal primo gennaio 2010. Stesso sistema in Danimarca, dove la sanità pubblica è tutta digitalizzata. I risultati si vedono. Con la Ricetta Elettronica si risparmia denaro a vagonate (le stime per l’Italia sono di cinque miliardi di euro l’anno) e si inibiscono le truffe ai danni del Sistema Sanitario nazionale, che da sempre alimentano le pagine di cronaca nera dei giornali.

C’è un “piccolo problema”: la stragrande maggioranza dei cittadini italiani non ha la Tessera Sanitaria con il microchip e sono ancora poche le ASL che hanno informatizzato la filiera.

Analisi cliniche 

In Veneto – alla ASL di Treviso – si fa da molti anni. Il telelaboratorio permette di fare esami del sangue direttamente presso il domicilio del paziente e di avere in tempo reale i risultati dei test, indipendentemente dagli orari di apertura del Laboratorio Centrale.

Una semplice strumentazione portatile analizza il sangue prelevato e rende disponibili i risultati delle analisi (di grande importanza per i test ematici in urgenza). Questi dati vengono in seguito inviati tramite un software al Laboratorio Centrale, dove vengono validati e infine refertati tramite l’apposizione della firma digitale.

Il servizio è di notevole aiuto nei casi di malattie a decorso cronico, che richiedono la necessità di controlli periodici di laboratorio per il monitoraggio delle terapie e per l’individuazione di eventuali complicanze acute. Si evitano quindi i trasporti al di fuori del domicilio, che spesso (ad esempio nel caso di persone anziane) possono essere difficoltosi o impossibili per le condizioni cliniche del paziente.

“Il 72 per cento dei referti delle analisi cliniche di laboratorio – spiega Claudio Dario, Direttore generale dell’Azienda Ulss 9 di Treviso – oramai raggiunge i cittadini per via digitale grazie alle applicazioni di  Telemedescape. Un numero importante che sottolinea come il ritiro del referto tramite il computer sia un’operazione ormai diffusa”.

Servizi online 

La maggior parte dei servizi per gli utenti deve essere accessibile online. Prenotazioni di visite specialistiche, esami clinici e diagnostici, pagamento dei ticket, scelta e revoca del medico di famiglia, cartella clinica personale. Gli sportelli tradizionali dovrebbero continuare a funzionare per i cosiddetti analfabeti digitali. Ci sarebbe bisogno comunque di meno personale. Gli impiegati, opportunamente riqualificati, potrebbero aiutare le persone in difficoltà.

Chi si oppone

I nemici della sanità digitale sono soprattutto i politici e i burocrati, seguiti a ruota dalle corporazioni interessate. E’ colpa loro se la sanità italiana costa così tanto. La trasparenza è nemica delle pastette, dei favoritismi e delle truffe.

I benefici

Il mare di soldi risparmiati grazie alla razionalizzazione digitale e sottratti al malaffare dovrebbe essere investito in qualità e quantità dei servizi sanitari al cittadino. Lapalissiano.

 

PS. A proposito di buone pratiche, la ASL di Forlì mi segnala proprio oggi i dettagli del processo di informatizzazione in uso nell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì: “Con codici a barre, palmari, e sistema wireless, garantita, a Forlì, la completa informatizzazione e tracciabilità del sistema di gestione dei farmaci, delle sacche di sangue, e del percorso chirurgico”. Per maggiori dettagli, cliccate qui.

 

PS. 10 luglio 2012.  Manco a farlo apposta oggi – in Puglia – la cronaca segnala l’ennesima truffa ai danni del SSN nel settore farmaceutico.  Danni per 10 milioni di euro, scrivono i giornali. Se la spesa farmaceutica fosse tracciata telematicamente, minuto per minuto, non si dovrebbero aspettare sei anni per scoprire il malaffare. Gli strumenti tecnologici ci sono. Evidentemente manca la volontà politica per attrezzarsi. 

 



[1] L’aggettivo “lapalissiano” deriva dal nome di Jacques de La Palice ed indica un truismo, qualcosa cioè che è talmente evidente, stanti le sue premesse logiche, da risultare ovvio e scontato, se non addirittura ridicolo per la sua ovvietà.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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