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Il web diventa storia e finisce in biblioteca

Può sembrare un paradosso, ma la memoria del web è labile e se non si intercettano e conservano le mille storie che passano in rete, si possono perdere pezzi importanti della Storia. Così Regno Unito e Irlanda si sono rimboccati le maniche e, a partire dal 6 aprile scorso, hanno cominciato ad archiviare i siti fondamentali. Il progetto Capturing the digital universe è stato promosso dalle più importanti biblioteche pubbliche dei due paesi: British Library, the National Library of Scotland, the National Library of Wales, the Bodleian Libraries, Cambridge University Library e Trinity College Library Dublin.

British-Library-Captures-the-Digital-Universe

I curatori delle sei biblioteche hanno già individuato i primi 100 siti, ma diventeranno circa cinque milioni entro la fine dell’anno. Non si tratta di mera conservazione, bensì di deposito legale elettronico, così come prevede una legge adottata nel 2003 dal parlamento britannico per adeguare la normativa all’era digitale. Così come ogni editore ha il dovere di inviare alla British Library una copia di tutti i libri (e pubblicazioni in genere), il Legal Deposit Libraries Act 2003 estende l’obbligo a supporti elettronici e web.

Ai siti internet si stanno aggiungendo dal 6 aprile articoli pubblicati su riviste elettroniche, eBook, giornali per tablet, audolibri e altre risorse digitali.  Il progetto prevede di salvare dall’oblio molte più informazioni (500 MB per sito) rispetto all’Internet Archive statunitense (10 MB per sito), e farlo con maggiore frequenza maggiore. Ogni giorno, infatti, saranno indicizzati circa 500 domini, siti di informazione ma anche social network. Già, perché passeranno al vaglio degli storici e dei ricercatori del futuro anche i tweet e i post non privati.

Sale di lettura della British Library

Lucie Burgess, responsabile del progetto per la British Library, dice che è già tardi, perché molti degli eventi raccontati (anche) dal web negli ultimi dieci anni sono ormai difficilmente recuperabili, a cominciare dagli attentati di Londra del 7 luglio 2005. I siti nascono e muoiono, ed è difficile ripercorrere a ritroso pagine ormai scomparse anche dalla cache. Insomma, il buco nero digitale del ventunesimo secolo non sarà più tale, almeno nel Regno Unito e in Irlanda.

L’accesso all’archivio digitale sarà gratuito nelle sale di letture delle sei biblioteche che fanno parte di Capturing the digital universe.

I curatori invitano i cittadini a segnalare siti da non perdere utilizzando l’hashtag Twitter #digitaluniverse  

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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