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Smartphone smarrito o rubato? Google copia da Apple

Entro la fine di agosto anche Google attiverà l’antifurto sui dispositivi mobili basati su Android (dalla versione 2.2 in su). Il Device Manager avrà più o meno le stesse funzioni del “Trova il mio iPhone” di Apple. È il primo effetto della sollecitazione del procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, e del procuratore distrettuale di San Francisco, George Gascon. Poco più di un mese fa i due alti magistrati avevano convocato i dirigenti di Apple, Samsung, Google e Microsoft, invitandoli a implementare sui loro prodotti mobili una funzione a distanza per renderli inservibili in caso di furto o smarrimento.

I magistrati statunitensi Eric Schneiderman (a sinistra) e George Gascon

I magistrati statunitensi Eric Schneiderman (a sinistra) e George Gascon

 

Schneiderman e Gascon vogliono che le aziende diano una mano a combattere il fenomeno crescente dei furti di dispositivi mobili. Solo nel 2012 negli Stati Uniti, ha scritto il Boston Globe, tra smartphone e tablet persi o rubati sono andati in fumo 30 miliardi di dollari. I device smarriti o rubati vanno infatti ad alimentare il mercato nero. Sarebbe un’altra storia se i dispositivi fossero inutilizzabili da chi li trova (e non li restituisce) e da chi li ruba.

 

 

In attesa che anche gli altri produttori si adeguino, vediamo come si comporterà l’Android Device Manager, che tra qualche settimana sarà disponibile su Google Play. Per attivare la app ci si dovrà autenticare con user e password di Google.

La funzione permetterà di far squillare il dispositivo a volume massimo, anche se la suoneria è stata disattivata. Se smartphone e tablet non sono a portata d’orecchio, si passa al tracking in tempo reale sulle mappe di Google. Se malauguratamente il dispositivo è irrintracciabile, c’è la soluzione finale: cancellare a distanza, rapidamente e in modo sicuro, tutti i dati presenti sul dispositivo. La nota ufficiale di Google si limita a questo e non fa capire se Android Device Manager sarà in grado di rendere inutilizzabile per sempre il dispositivo, così come chiedono i procuratori Schneiderman e Gascon.

D’altronde anche l’applicazione “Trova il mio iPhone” di Apple permette di resettare a distanza smartphone e tablet, distruggendo tutti i dati presenti, ma non di trasformarli in inservibili ferrivecchi.

È un passo avanti ma non definitivo. Apple, Samsung, Google e Microsoft possono fare di più, come chiedono giustamente Eric Schneiderman e George Gascon. 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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