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La prossima rivoluzione digitale passerà dalla lavatrice?

Oggi a Berlino si conclude IFA 2014, la grande fiera dell’elettronica di consumo. Riparto con una sensazione: la rivoluzione digitale non passerà (soltanto) attraverso smartphone, tablet, orologi e occhiali connessi, bensì tramite lavatrici, televisori, frigoriferi, aspirapolvere, forni e cucine. Già, perché i protagonisti mi sono sembrati più gli elettrodomestici che computer, notebook e annessi. D’altronde né è convinto lo stesso amministratore delegato di Samsung, Boo-Keun Yoon, che è venuto nella capitale tedesca per inaugurare l’enorme stand aziendale. Il patron della multinazionale sudcoreana ha gridato ai quattro venti che la “prossima grande rivoluzione arriverà molto più in fretta di quanto possiamo pensare e punterà agli oggetti che consumeranno meno energia e miglioreranno la qualità della vita delle persone”.

 

lavatrice-samsung

Non è per caso che l’evento inaugurale di IFA 2014 sia stato dedicato alla “casa del futuro”. A Berlino se ne sono viste concrete avvisaglie. Prodotti non ancora lanciati sul mercato che gli inviati di Tom’s Hardware hanno puntualmente raccontato con articoli e video. Oggetti familiari – comprese lampadine Bluetooth sempre più versatili – trasformati da massicci innesti digitali che si dinamizzano con le interconnessioni. Vedi allora il frigorifero LG scattar foto per mostrare il contenuto al proprietario che in quel momento è al supermercato e non ricorda se c’è bisogno di latte o yogurt.

Oppure la lavatrice Samsung che si programma e attiva a distanza con lo smartphone, predisposta per il download di programmi di lavaggio creati dai produttori di capi di abbigliamento. Per non parlare poi dei robot che vanno per casa in autonomia ad aspirare polvere fin negli angoli più remoti. A IFA Berlino 2014 c’è stata una vera e propria gara tra il precursore iRobot con i suo Roomba e i concorrenti Dyson e Samsung, che hanno presentato oggetti di grande potenza e poliedricità oltre che di suggestivo design. Aspirapolvere che il padrone di casa mette in moto facendo un clic sulla app dello smartphone, chiedendo semmai di pulire soltanto la cucina e non la camera da letto.

Stupidaggini? Cose inutili o troppo costose? Qualcuno diceva lo stesso nel 1990, quando arrivarono sul mercato italiano i primi telefoni cellulari. Fu boom, anche se quegli oggetti ingombranti e poco funzionali costavano milioni di lire. E poi, i social network ci hanno abituato a sapere tutto, ma proprio tutto, di ciò che i nostri amici fanno in ogni momento. Perché non dovremmo essere in connessione costante con la nostra casa?

Certo, non si dovrà sottovalutare la sicurezza, reti e oggetti dovranno essere messi al riparo dal voyeurismo e dalla delinquenza digitale, perché non ci si venga a spiare (anche) dal display della lavatrice. Infine le case produttrici dovranno mettersi d’accordo sugli standard, e permettano a elettrodomestici di marche differenti di dialogare tra loro, evitando di farci impazzire.

In ogni caso i giganti dell’economia digitale hanno deciso che la rivoluzione prossima ventura passerà dal frigorifero, non dal desktop. Prepariamoci.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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