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Giornalisti incazzati punto com

C’era da aspettarselo. Prima o poi sarebbe successo. Abbandonato il fair play, i giornalisti di mestiere cominciano a incazzarsi con i bloggers, accusati di togliere loro il pane e di imporre ritmi frenetici al lavoro, per reggere la concorrenza dei “dilettanti”. Angryjournalists.com e PeriodistaCabreado.com raccolgono le invettive dei colleghi. “Sei sottopagato, oberato di lavoro, frustrato, ignorato? Racconta qui, anche anonimamente, la tua esperienza. Con un pò di fortuna dopo ti sentirai meglio“, è il senso dell’iniziativa.

I messaggi sono tantissimi, a conferma del disagio profondo della professione. L’esplosione dei blog di notizie, dicono i “giornalisti incazzati”, sta cambiando le abitudini dei lettori, a detrimento della qualità dell’informazione stessa. Sempre più spesso i giovani si informano su Yahoo e Google, grazie ai dispacci di agenzia e alle informazioni dei bloggers, e non aprono più un giornale. Talvolta gli autori dei blog sono più esperti dei giornalisti professionisti, nel loro ambito di competenza. E poi vanno in fretta, aggiornano i siti con notizie sempre più fresche, anche se qualche volta imprecise. Ci sono infine i soldi. Soldi della pubblicità che abbandona i media tradizionali per andare sul web. Forse una risposta ai loro quesiti i “giornalisti incazzati” potrebbero trovarla nel libro del ricercatore francese Yannick Estienne, “Le journalisme après Internet“. Il mestiere, semplicemente, sta cambiando, dice Estienne. Una trasformazione profonda, che impone ai “giornalisti di mestiere” di accettare il cambiamento, adeguarsi. Trincerarsi non ha senso. Si perde.

 

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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