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Dov’è la dematerializzazione della Pubblica Amministrazione?

Bisogna sbatterci contro, per rendersi conto che la dematerializzazione della Pubblica Amministrazione è soltanto chiacchiera da convegno. Parola magica che ministri e burocrati usano per farsi belli e mostrarsi al passo dei tempi. La realtà è agghiacciante. L’Italia è sempre (ancora) una Repubblica fondata su carte, moduli, timbri, firme, carta copiativa, code agli sportelli. 

Ci sono passato – anzi ci sto ancora passando – da quando, il 14 agosto, ho perso mio padre. Centinaia di firme, moduli da compilare, certificati da ritirare e consegnare, versamenti da fare.  All’anagrafe, alla Asl, al Comune, all’Inps, in banca, al cimitero. In realtà i dati da fornire sono sempre gli stessi: nome, cognome, data di nascita, indirizzo, codice fiscale, conto corrente bancario. Informazioni già in possesso di tutti gli enti interessati. Dati che ti viene chiesto di trascrivere più volte su moduli simili tra loro. Montagne di carte da prendere e lasciare facendo la coda a diversi sportelli sparsi per la città. Le carte non sono mai abbastanza. Ne manca sempre una. C’è sempre una crocetta messa nel posto sbagliato.  Giorni e giorni a inseguire il nulla. Impiegati e funzionari volenterosi e disponibili, ma “la procedura è questa,non l’ho fatta io,  mi dispiace“.

Ci sono regole che sembrano create da burocratici particolarmente sadici: la pensione di reversibilità al  superstite non può essere accreditata sullo stesso conto corrente bancario del defunto anche se il conto era intestato a entrambi i coniugi. Ci vuole un nuovo Iban, “altrimenti la pensione torna indietro“.

Ci vogliono soldi, per il Patronato o il fai da te.

Il nostro paese ha speso e continua a spendere miliardi di euro (in gran parte erogati dall’Unione Europea) per l’e-government. I ministri che si sono avvicendati nel ruolo di responsabili dell’Innovazione (Bassanini, Stanca, Nicolais, Brunetta) hanno annunciato e annunciano rivoluzioni digitali che puntulamente non si verificano.

Basterebbe uno sportello unico, analogico o digitale purchessia. Il cittadino dovrebbe avere un solo interlocutore per ogni evento importante (nascita, matrimonio, divorzio, malattia, pensione, lutto, eccetera). Un archivio digitale comune a tutta la Pubblica Amministrazione, ben protetto dalle incursioni dei cracker.

Vuoi mettere però il sottile e perverso piacere della carta copiativa?

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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