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Chi di Buzz colpisce di Titan può perire

Forse non è il caso di enfatizzare più di tanto Buzz, l’ultima risorsa di Google per fidelizzare gli utenti di GMail e fare proselitismo tra chi frequenta assiduamente i social network. E’ un aggeggio interessante, ma non si può parlare di killer application. Non lo fa neanche Google, d’altronde. La strada è comunque quella giusta. Cercare di integrare gli ambienti di lavoro (e svago), unificare le interfacce, rendere meno dispersiva la consultazione e l’interlocuzione. A prima vista Buzz sembra più un esperimento che un fatto compiuto.

Gli analisti si mantengono cauti, circa gli esiti dell’ultimo prodotto sfornato dalla scuderia di Mountain View. Se l’obiettivo è quello di scalzare Facebook & C., la sfida per Google potrebbe essere ardua.

facebook (WinCE)

Facebook ha 400 milioni di utenti, mentre Gmail si attesta su 176,5 milioni di visitatori unici (a dicembre) ed è  il terzo gestore di webmail dopo Windows Live Hotmail e Yahoo! Mail. 

Fred Cavazza, che in Francia è punto di riferimento del mondo digitale, nel suo blog analizza minuziosamente le caratteristiche di Buzz e ipotizza la scomparsa dei social network più piccoli. L’effetto sulla corazzata Facebook? Un’accelerazione del processo di trasformazione open source del network. 

Augie Ray, della Forrester Research, sottolinea invece che Buzz dovrà fare i conti con le abitudini degli utenti. “Non credo che Buzz porterà le persone a cambiare social network – sostiene Ray – perché la gente e’ ormai troppo coinvolta nelle reti che già usa”. Dello stesso avviso Ben Schachter della Broadpoint Amtech: “Forse Google potrà diventare un aggregatore di social media, ma e’ ancora presto e Facebook resta il leader”. 

Da questo punto di vista, è facile pensare che Buzz sia stato lanciato (troppo in anticipo?) proprio per prevenire le mosse di Facebook e del suo progetto Titan: un sistema postale che sostituirebbe l’attuale strumento dei messaggi. 

google buzz (WinCE)

Saranno gli utenti a dichiarare chi vincerà. Google è certamente in vantaggio. E’ un’azienda ricca, ha a disposizione i cinquemila migliori sviluppatori del mondo e i suoi dipendenti sono pagati anche per dedicare il venti per cento del loro tempo di lavoro alla ricerca creativa. Facebook, invece, ha a disposizione centinaia di sviluppatori e i suoi conti sono in rosso.

La rete però non premia chi è più ricco, ma chi ha le idee migliori.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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