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Sberle a Facebook per la privacy

Facebook ci prende per i fondelli a proposito della gestione dei nostri dati personali, dice la Federal Trade Commission statunitense, cioè l’Authority indipendente che, tra l’altro, si occupa della difesa dei diritti dei consumatori. Lo sapevamo, abbiamo venduto un pezzo d’anima, in cambio di socialità digitale, ma per nostra fortuna c’è chi ha il potere di ridimensionare gli abusi di Facebook.

 

Leggiamo che Facebook sarebbe vicina a un accordo con la FTC che imporrebbe al social network di ottenere il consenso degli utenti prima di “cambi retroattivi” sulle politiche di privacy. Il che significa che Zuckerberg  sarebbe obbligato al via libera di ogni singolo utilizzatore per condividere dati pregressi, cioè le informazioni personali  fornite in precedenza.

Facebook dovrà inoltre sottoporsi per vent’anni a controlli sulla privacy, condotti da consiglieri indipendenti.  L’accordo, che deve essere approvato dalla FTC, potrebbe avere conseguenze importanti. Molte società stanno mettendo a punto strumenti per monitorare il comportamento online dei navigatori, approfittando anche dell’accesso alle loro informazioni personali.

Facebook, con 800 milioni di utenti, ha ricevuto molte critiche per la modifica delle politiche per la diffusione e condivisione delle informazioni personali senza un’adeguata informativa. L’accordo fa seguito ai cambiamenti apportati da Facebook nelle impostazioni sulla privacy nel dicembre 2009, quando ha reso pubbliche alcune informazioni personali dei suoi utenti (nome, foto, citta, sesso e lista degli amici).

Tali modifiche erano state giustificate da Zuckerberg  come un “modello più semplice per il controllo della privacy”.   La decisione di Facebook di risolvere i problemi con la FTC arriva mentre si rafforzano le speculazioni per una possibile offerta pubblica preliminare, che valuterebbe la società 100 miliardi di dollari. Facebook non ha specificato date per lo sbarco in Borsa ma la scadenza dell’aprile 2012 – quando dovrà rendere pubblici i conti – si avvicina.

La Federal Trade Commission si sta adeguando alle direttive dell’amministrazione Obama per rendere le società più responsabili sull’utilizzo dei dati personali ottenuti da clienti e utenti.  A marzo Google aveva sottoscritto un accordo per un “ampio piano per la privacy” e sottoporsi per vent’anni anni a esami esterni sulle politiche di privacy.

La FTC aveva accusato Google di aver comunicato in modo improprio le regole di utilizzo dei dati personali degli utenti. Era inevitabile che lo stesso trattamento toccasse anche al social network più diffuso al mondo.

E l’Europa? Non sta certo a guardare. La commissaria alla giustizia Viviane Reding sta facendo pressione per avere maggiori garanzie della privacy nel tentativo di dare agli utenti più controllo sui dati personali raccolti, archiviati, estrapolati e teoricamente vendibili da società come Facebook, Google o qualsiasi altro dei numerosi siti nei quali gli utenti possono caricare le loro foto, fornire informazioni private e scrivere qualcosa che li potrebbe mettere in imbarazzo.

Le nuove normative, che dovrebbero entrare in vigore alla fine di quest’anno, collocano l’Ue all’avanguardia della privacy digitale e potrebbero influenzare altri paesi, dato che l’argomento è sempre più scottante e controverso.

La decisione della FTC e la posizione della Ue potrebbero avere effetti non indifferenti su società come Facebook, che hanno milioni di utenti anche in Europa.

 

Fonti: FTC, Ansa, The Christian Science Monitor

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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