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Lo so, ne avrete le scatole piene di iPad e della miriade di cavolate che stanno sparando i cronisti-tecnologi della domenica. Se torno a parlarne è perché mi intriga il fenomeno social-mediatico. Mi turba e affascina allo stesso tempo la potenza di fuoco scatenata dal marketing e dai guru della comunicazione di Apple. La normale pubblicità, in confronto, sembra età della pietra. Mi ispiro al live blogging predisposto dal New York Times e ai commenti raccolti ieri da Gerardo Greco per il TG2 delle 20.30. Un servizio acuto, divertente, non banale. Roba sempre più rara, di questi tempi, sui canali Rai. “Una creatura mitologica”, ha detto Greco, che più volte si è posto (e ha posto) la domanda topica: “a cosa serve”? I suoi interlocutori gli hanno risposto più o meno così: “intanto l’ho comprato, poi vedrò cosa farne”. Ecco il miracolo antropologico-social-culturale.

Direte voi: “ Nulla di nuovo. E’ già successo con iPod e iPhone”. Già, ma iPod fa ascoltare la musica e fa vedere i filmati, iPhone aggiunge le telefonate. Entrambi permettono di accedere a Internet. iPad che fa, in più? E’ grande abbastanza per far leggere libri e giornali in edizione digitale ma è troppo grande per stare in tasca. Non si può usare per fare videochiamate con Skype, perché non c’è la telecamera. Non può scattare foto perché non c’è la fotocamera. Non si può collegare una stampante o altre periferiche, perché non ci sono porte USB. Sarà un’impresa scrivere un testo più lungo di un messaggio, con la tastiera virtuale.  In più, bisogna scordarsi animazioni e filmati in Flash, perché Apple da sempre snobba questo formato. C’è l’enorme fastidio di aprire, chiudere e riaprire ogni volta la singola applicazione, perché la bestiola non è multitasking.

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Ci sono, ovviamente, i punti di forza: le ottime performance della batteria (dieci ore!), la qualità dello schermo, la potenza del processore.

Sul live blogging del New York Times (già cinque pagine fitte di commenti) prevalgono i giudizi positivi di chi ha già comprato iPad, ma c’è anche la delusione di chi si aspettava un prodotto più accessoriato (webcam, multitasking e USB, per l’appunto) e critica Apple per non aver atteso qualche mese in più.

Noi scettici mordiamo il freno e aspettiamo iPad 2.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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