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La PEC “gratuita” ci costerà almeno 50 milioni di euro

La PEC, ovvero la montagna che partorì il topolino (la vignetta l'ho trovata su www.matrablog.it)Quali sono gli uffici aperti al pubblico anche di sabato in quasi tutti i comuni Italiani, che già fatturano 30 milioni di euro per la Posta Elettronica Certificata? La risposta è una e solo una: Poste Italiane. L’affondo finale di Massimo Penco: “per partecipare alla gara si deve mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno. Già, perché malgrado il termine sia scaduto il 30 Giugno, il sito del ministero è privo di PEC”.

Insomma, per ricapitolare – lo fa meglio di me il giurista Guido Scorza – la PEC non è uno standard internazionale. Esiste solo in Italia. Altrove usano i certificati di sicurezza S/MIME. A cosa serve, dunque? A questo punto anche chi è muto, sordo e cieco dovrebbe averlo capito.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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