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Unione Europea: ci sono molti imbroglioni tra i commercianti digitali di prodotti elettronici

Ecco come è stata condotta l’indagine:

–       1. Informazioni per contattare il commerciante: secondo la normativa UE devono essere fornite informazioni complete comprendenti il nome, l’indirizzo geografico e l’indirizzo e-mail del commerciante.

–       2. lnformazioni chiare sull’offerta (prezzo totale e descrizione chiara del prodotto): secondo la normativa UE a tutela dei consumatori i commercianti online devono fornire informazioni chiare sulle caratteristiche del prodotto nonché l’indicazione del costo totale (tasse comprese), e tutti gli ulteriori costi di consegna nonché le modalità di pagamento. Il prezzo finale da pagare deve essere lo stesso di quello indicato nelle informazioni fornite prima dell’acquisto.

–       3. lnformazioni chiare sui diritti dei consumatori: secondo la normativa UE si devono fornire ai consumatori informazioni sul loro “diritto di restituzione” di cui godono sulla base della normativa UE, vale a dire il diritto di restituire un bene acquistato a distanza entro un minimo di 7 giorni senza dover fornire una motivazione. L’indagine ha anche controllato l’accuratezza delle informazioni addizionali fornite quanto ai diritti dei consumatori, ad esempio le garanzie e i rimborsi.

Senza-titolo-1I risultati dell’indagine:

Il 55% dei 369 siti web indagati presentava irregolarità che sono oggetto di ulteriori indagini. Il 13% dei siti problematici richiederà una cooperazione transfrontaliera tra le autorità nazionali. I problemi più comunemente riscontrati sono:

–       informazioni fuorvianti sui diritti dei consumatori (66% dei siti web problematici). Gli acquirenti non vengono informati affatto o vengono mal informati sul loro “diritto di restituzione” – vale a dire il diritto di recedere, entro un minimo di 7 giorni, da un contratto stipulato a distanza e di restituire il prodotto senza dover fornire una motivazione. Ad esempio, si informano i consumatori che il commerciante non accetta la restituzione del prodotto o che essi possono ottenere un rimborso esclusivamente in forma di credito (un buono d’acquisto) invece che un rimborso in contante. In altri casi i consumatori sono ingannati quanto al loro diritto di far riparare o sostituire un prodotto difettoso per un periodo di almeno 2 anni dopo l’acquisto (ad esempio si dice loro che godono di questo diritto esclusivamente per un anno);

–       informazioni fuorvianti sul prezzo totale (45% dei siti web problematici).  Ad esempio mancano o sono difficili da trovare le informazioni sui costi extra di consegna. Gli extra vengono addizionati soltanto nella fase finale, quella del pagamento. Certi altri siti web arrivano addirittura al punto di promettere  una “consegna gratuita” o un acquisto “tutto compreso” anche se poi di fatto applicano dei costi di consegna;


–       informazioni mancanti o incomplete per contattare il commerciante (33 % dei siti web problematici). L’indicazione del nome del commerciante, del suo indirizzo geografico o del suo indirizzo e-mail sono risultate mancanti o incomplete rendendo così impossibile contattarlo in caso di problemi.

I commercianti verranno contattati dalle autorità nazionali e sollecitati a chiarire la loro posizione o ad ovviare ai problemi identificati. Se i commercianti non conformano il loro sito web con la normativa vigente ne può derivare un’azione legale avente quale conseguenza sanzioni pecuniarie o la chiusura dei siti web. I risultati su scala UE di questa iniziativa di repressione della frode saranno presentati a metà del 2010.

 Per ulteriori approfondimenti, cliccare qui.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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