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Via i libri dalla biblioteca scolastica. Occupano troppo spazio

Sarà, ma lì ad Ashburnham non sono tutti d’accordo. C’è chi si preoccupa di immaginare un ambiente in cui gli studenti non possano più scorrere con le dita le righe dei libri, pieni di fotografie patinate, mappe intricate, con le pagine segnate dalle orecchie sugli angoli lasciate da da generazioni di studenti. Così – dice chi è contrario all’iniziativa –  gli studenti saranno meno propensi a concentrarsi sulle opere, mentre i loro dispositivi digitali vengono tempestati da mail e messaggi. Tra loro c’è Liz Vezina, che è stato bibliotecario a Cushing per diciassette anni.

“Mi rende triste,” confida al giornalista del Boston Globe. “I’m going to miss them. Io amo i libri. Sono cresciuto con loro, e si perde qualcosa, quando diventano virtuali. C’è un che di sensuale, l’odore, il tatto. La fisicità di un libro è qualcosa di veramente speciale.”

Cushing è una delle prime scuole del paese ad abbandonare i suoi libri.

“Non sono a conoscenza di altre biblioteche che abbiano fatto questa scelta”, dice Keith Michael, direttore esecutivo della American Library Association, con sede a Chicago, organizzazione che rappresenta le librerie della nazione. Michael è preoccupato. I lettori di e-Book non sono versatili, nè eterni. Alcuni libri si possono leggere sul Kindle, altri sul lettore di Sony. “A meno che ogni studente abbia un Kindle e un budget illimitato, non vedo come essere soddisfatto.  “I libri non sono uno spreco di spazio, e non lo saranno fino a quando un libro digitale sia in grado di tollerare la sabbia o sopravvivere al caffè versato accidentalmente”.

E gli studenti? Tia Alliy, 16 anni, racconta che anche prima andava in biblioteca ogni giorno, ma di aver sfogliato raramente un libro di carta. “Preferisco gli e-Book”. Gli fa eco il diciottenne Jemmel Billingslea, che non si dice preoccupato per la novità. D’altronde i funzionari della scuola confermano il trend.

fonte: The Boston Globe

Articolo interessante, che va letto pensando alle polemiche sul progetto Google Books e al dibattito italiano sul futuro dell’editoria scolastica.

Pubblicato da RG

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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