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Tutti pazzi per Groupon

Il fenomeno Groupon dilaga. Sarà la crisi provocata dalla finanza “creativa”, che spinge i consumatori a escogitare rimedi per fare acquisti senza svenarsi. In due anni Groupon ha messo insieme una comunità di 140 milioni di utenti, e il trend è in continua crescita. Il segreto? Sconti fino al settanta per cento, con un ventaglio di proposte che va dal fine settimana nell’agriturismo in Toscana alla cena nel ristorante esclusivo, al massaggio terapeutico, all’aggeggio elettronico altrimenti inarrivabile, al check-up oculistico, alle analisi del sangue e delle urine.

 

Il magazine di tendenza Fast Company ha messo Groupon al quinto posto tra le aziende più innovative del 2011, in una classifica dominata da Apple e dove Google è solo sesta, ricordava qualche mese fa Alessandro Longo sull’Espresso. Tutto merito di Andrew Mason, trentenne di Pittsburg con l’idea giusta in tasca.  Lui voleva creare un network per difendere i consumatori, poi ha pensato bene di anticiparne i bisogni.

Negli Stati Uniti Groupon ha quattromila dipendenti, con ulteriori prospettive di crescita.  Anche in Italia le cose vanno a gonfie vele. L’utente si iscrive gratuitamente al portale per curiosare tra le tante categorie di Groupon, con offerte anche geolocalizzate. Ogni proposta è valida per un certo numero di giorni/ore.

Se gli interessati all’acquisto raggiungono il numero desiderato (dal commerciante/professionista/azienda), l’affare è fatto. Si paga e si riceve il prodotto (o si raggiunge il luogo in cui passare il week-end, farsi fare il massaggio, portare le urine per il check-up).

Se il numero prefissato di utenti aderisce all’offerta nei tempi richiesti, tutti gli acquirenti possono godere dello sconto e ricevere nella casella di posta elettronica il coupon da stampare e presentare per godersi il deal, l’affare appena concluso. Se il numero dei compratori non è sufficiente, le somme impegnate vengono restituite o riaccreditate, pronte per l’occasione successiva.

 

Il fondatore di Groupon, Andrew Mason

 

A differenza di aziende come Amazon, che interagiscono con il produttore a livello centrale, Groupon spalma le sue proposte sul territorio. Insomma, spesso la proposta è “a chilometro zero”.

Groupon piacerebbe al liberalizzatore Monti, mentre non piace assolutamente agli Ordini professionali, che minacciano sanzioni nei confronti degli iscritti (avvocati, medici, eccetera) che su Groupon fanno offerte scontate di prestazioni professionali.

Cosa c’è di male se un giovane professionista vede in internet uno spiraglio per farsi largo?”, ha detto – stupito dalle gabbie italiane – Boris Hageney, CEO di Groupon Italia in un’intervista a Panorama Economy.

Già, cosa c’è di male? Avrà forse ragione l’utente che, sulla bacheca di Groupon ha scritto: questo sito è il “Robin Hood del 21esimo secolo perché consente alle persone di vivere esperienze che non avrebbero mai potuto permettersi”.

La Sherwood dei coupon è qui. Leggere attentamente le avvertenze. L’uso prolungato potrebbe creare assuefazione.

 

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Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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