Il Blog sta subendo alcuni interventi di manutenzione e aggiornamento, pertanto nei prossimi giorni si potrebbero riscontrare rallentamenti o malfunzionamenti.Ci scusiamo per il disagio.

Ma quale stepchild adoption, meglio adozione del configlio dice l’Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca dice no alla stepchild adoption. Meglio adozione del configlio, suggerisce il gruppo di lavoro Incipit – Michele Cortelazzo, Paolo D’Achille, Valeria Della Valle, Jean-Luc Egger, Claudio Giovanardi, Claudio Marazzini, Alessio Petralli, Luca Serianni, Annamaria Testa – che valuta neologismi e forestierismi. E, a proposito di neologismi, meglio il configlio suggerito dal presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, rispetto alle parole inglesi spesso storpiate dai senatori con inevitabile effetto comico.

crusca_big

Configlio – dice la Crusca – è modellato in analogia ad altri gradi di parentela acquisiti da tempo, come compare, consuocera, consuocero, eccetera. Questa parola dal significato chiaro, analoga a parole di alto uso nell’indicare parentele, già sta incontrando un certo favore (anche perché la traduzione letterale di stepchild in figliastro non si adatta certo ai tempi nostri e alle nostre leggi). Il gruppo Incipit spera che configlio/configlia possano essere vantaggiosamente appoggiati, con l’augurio che abbiano fortuna e si diffondano.

L’anglismo è assolutamente improponibile, sostiene l’Accademia della Crusca. Gli stessi giornalisti e commentatori che ne hanno fatto largo sfoggio nella fase iniziale ripiegano ormai sulla perifrasi “adozione del figlio del partner”.

Il difetto di questa perifrasi – dicono gli esperti – sta solo nella sua lunghezza, e potrebbe suscitare perplessità la presenza di un forestierismo, cioè “partner”, ma questo forestierismo è ormai di uso comune e si offre alla lettura in forma non diversa dalle parole italiane (si legge come si scrive, almeno nella pronuncia adattata che ha corso da noi). Altrettanto non si può dire di “stepchild adoption”, che richiede una certa perizia nell’uso dell’inglese, tanto è vero che anche in Parlamento più di un senatore ha mostrato qualche impaccio di pronuncia. Se incappano in simili incidenti i senatori, che accadrà ai comuni cittadini?

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

Alcune delle mie Pubblicazioni
Stay in Touch

Sono presente anche sui seguenti social networks :

Calendario
Febbraio 2016
L M M G V S D
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
29