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Che fine farà Julian Assange?

Se l’Alta Corte di Londra deciderà di estradarlo in Svezia, il passo successivo potrebbe essere l’estradizione dalla Svezia agli Stati Uniti. Negli USA Julian Assange rischia di essere processato per spionaggio, reato per il quale è prevista anche la condanna a morte. In queste ore, dunque, si decide la sorte del fondatore di Wikileaks, l’organizzazione no profit che nei giorni scorsi ha fatto un altro scoop con il dossier sulla sorveglianza globale, pubblicato in Italia dall’Espresso. Da quasi un anno Assange è agli arresti domiciliari in Gran Bretagna, in seguito al mandato di arresto europeo emesso dalla magistratura svedese. La storia è nota. Due donne lo accusano di stupro, ma sono in tanti a credere che si tratti di una montatura ordita dai servizi statunitensi in combutta con quelli svedesi. A dicembre dell’anno scorso, Richard Pendlebury, cronista investigativo del Daily Mail aveva ricostruito minuziosamente la vicenda e dichiarato che “…più si impara a conoscere il caso, più ci si rende conto che le accuse semplicemente non suonano vere”.

I legali di Assange cercheranno di convincere i giudici che l’estradizione in Svezia violerebbe i principi giuridici britannici, poiché il caso solleva tematiche “di generale interesse pubblico”. Un mese fa  il fondatore di Wikileaks aveva perso il suo primo appello contro l’espulsione. In caso contrario, Assange potrebbe essere consegnato alla polizia svedese entro dieci giorni.

In questi mesi il movimento che sostiene Assange e un team internazionale di giuristi ha elaborato un contro-dossier  – Sweden vs. Assange – per smontare le tesi dell’accusa. Il capo di Wikileaks teme giustamente l’eventuale, successiva, estradizione negli Usa. Il militare americano Bradley Manning, sospettato di aver consegnato ad Assange i documenti segreti sulle guerre in Iraq e Afghanistan, sarebbe stato sottoposto a tortura.

 

Qualche giorno fa cinquanta parlamentari europei  hanno scritto al presidente Barack Obama e ai deputati statunitensi per esprimere “preoccupazione per le presunte violazioni dei diritti umani contro Bradley Manning”.

“Chiediamo al governo degli Stati Uniti – si legge nella lettera – di consentire al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Juan Méndez, di incontrare privatamente Bradley Manning, per verificarne le condizioni di detenzione e accertare se è vero che il signor Manning sia tenuto in isolamento per 23 ore al giorno e costretto a dormire e stare sull’attenti senza vestiti. Il suo avvocato  – dicono i parlamentari europei – ha documentato episodi aggiuntivi che indicano la possibilità di altre violazioni dei diritti umani”.

Il governo degli Stati Uniti non ha ancora risposto.

 

ULTIMA ORA. Assange non sarà estradato in Svezia, almeno per ora. Diciamo che ha guadagnato qualche altro mese….

La notizia è della France Presse: “Julian Assange, fondatore di Wikileaks, potrà ricorrere alla corte suprema contro la richiesta di estradizione formulata dalla Svezia per le Accuse di stupro e aggressioni sessuali. Lo ha deciso l’alta corte britannica: i giudici hanno stabilito che il caso di Assange ha sollevato una questione “di interesse generale” e dovrebbe essere giudicato dal più alto tribunale britannico “il più presto possibile”.

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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