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Facebook si scusa. Sarà vero pentimento ?

Nel mondo digitale, tra i big della rete, le scuse sono di moda. Le multinazionali del web fanno spesso cavolate, poi sono sommerse dalle proteste degli utenti e – talvolta – tornano sui propri passi. Quando accade, è cosa da sottolineare con favore. Se funzionassero così anche i governi, vivremmo senz’altro in un mondo migliore. Ogni riferimento al decreto legge sulle intercettazioni è volutamente non casuale. Così Mark Zuckerberg, fondatore e patron di Facebook, ha ammesso di aver commesso un “mucchio di errori“, quando ha modificato le opzioni sulla privacy. Zuckerberg ha risposto così a una mail di  Robert Scoble, blogger autorevole e influente, nella community di Silicon Valley.

Entro la prossima settimana, proprio per riparare agli errori, Facebook metterà a disposizione opzioni chiare e facili per salvaguardare la privacy degli utenti. Verrà meno la funzionalità che permette di far conoscere – al di fuori della cerchia degli “amici” – le pagine internet più apprezzate. Insomma, informazioni ghiotte per la pubblicità. L’opzione non sparirà, ma ognuno potrà scegliere se far conoscere o meno le preferenze di navigazione. 

“Abbiamo ascoltato tutte le reazioni – ha scritto il capo di Facebook – e abbiamo cercato di accettare i consigli per migliorare. Preferisco mostrare un prodotto migliore e non solo parlare di quello che potremmo fare”.

D’altronde Facebook non poteva ignorare il movimento di protesta a cui hanno aderito in pochi giorni decine di migliaia di utenti. Inoltre il sito di informazione specializzata SearchEngineLand ha segnalato un rallentamento di nuove iscrizioni.

Le regole sulla privacy sono state e continuano ad essere il tallone d’Achille di Facebook. Oggi gli utenti – 400 milioni – possono scegliere tra queste opzioni : solo gli amici, gli amici e le reti, amici e amici di amici. Si, c’è anche la possibilità di personalizzare la scelta, ma è complicato e pochi lo sanno. Non è questione da poco.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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