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Internet e la China

Pierre Haski è stato a lungo corrispondente di Liberation da Pechino. Ha raccontato la Cina per il quotidiano francese ma anche per il suo blog. Il suo ultimo libro è uscito a maggio. Titolo: Internet e la Cina. L’autore ne parla in un’intervista pubblicata su Journalisme.com. Ho provato a tradurla per voi.

“Sono partito dalla constatazione che Internet era la chiave di lettura giusta per comprendere la mutazione della Cina. Quando Internet è arrivato in Cina, il potere ha incoraggiato il suo sviluppo per ragioni economiche. Sono così nati imprenditori del web, che presto si sono trasformati in poteri economici.  Parallelamente, c’è stata una reazione quasi immediata di un’opinione pubblica che le autorità cinesi non avevano previsto esattamente. In un paese come la Cina dove il controllo è permanente è interessante attardarsi, scavare e scoprire i meandri dell’esplosione di Internet: come ha cambiato la società cinese? Come ha fatto Internet, che in partenza era soltanto un calcolo economico, a cambiare gli assetti della politica? 

Come fa un giornalista straniero a integrarsi in Cina? 

Non ho mai incontrato così tante difficoltà. Ero corrispondente, facevo il mio lavoro di giornalista. Tuttavia il blog che ho creato quando vivevo laggiù, è stato bloccato per sei mesi. Il controllo di Internet è permanente.  I software di analisi sono molto potenti e ogni commento o  articolo di opinione – soprattutto quando si parla del  governo – sono censurati. E’ comunque possibile aggirare la sorveglianza. 

Malgrado il controllo e la repressione di Internet, pensi che le cose possano evolversi ancora in Cina? 

Si è sviluppata una “zona grigia”, nella quale l’opinione pubblica può esprimersi. Le autorità lasciano stare. C’è tuttavia una linea rossa da non superare. Prendiamo un esempio concreto: sabato 28 giugno, una ragazza cinese è morta misteriosamente in un ospedale. Sono esplose immediatamente proteste per il modo in cui è stata condotta l’inchiesta. La notizia si è propagata molto rapidamente grazie alle fotografie e ai testi messi on line dai navigatori cinesi. Già il giorno dopo, la maggior parte delle pagine Internet che facevano riferimento alle sommosse era inaccessibile. Internet è un reale motore di espressione. E’ un’evoluzione incontestabile per i cinesi, malgrado il controllo delle autorità. Penso che gli altri media in Cina siano in una condizioni più critiche. 

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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