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Nasce il Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica

L’Unione Europea dichiara guerra aperta alla delinquenza digitale. A gennaio entrerà in funzione all’Aia il Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica, che avrà sede nell’ufficio di polizia Europol. Dice la Commissaria UE per gli affari interni, Cecilia Malmstrom, che “ogni giorno nel mondo oltre un milione di persone sono vittime della criminalità informatica. Gli ingenti profitti illeciti generati ed i costi potrebbero raggiungere i 388 miliardi di dollari”.

Il Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica sarà il punto di riferimento europeo per la lotta alla criminalità informatica e si concentrerà sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare quelle che generano ingenti proventi illeciti, quali le frodi perpetrate online tramite l’abuso di carte di credito e coordinate bancarie.

Lo European Cybercrime Center comincerà a operare con una trentina di specialisti e arriverà ad averne tra 50 e 55 a pieno regime. Avrà un budget annuale di 3,6 milioni di euro.

 

 

I detective digitali opereranno anche sul fronte della prevenzione dei reati collegati alle operazioni di e-banking e alle prenotazioni online, “aumentando in tal modo la fiducia dei consumatori nei servizi in rete”. Il Centro lavorerà anche per proteggere i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali e contribuirà a contrastare i furti di identità online. Il nuovo team di poliziotti europei si occuperà anche dei reati informatici che causano gravi danni alle vittime, come lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’Unione.

Milioni di cittadini europei utilizzano Internet per usufruire dei servizi di e-banking, acquistare online, programmare una vacanza o rimanere in contatto con familiari e amici attraverso i social network. Il tempo che trascorriamo online ogni giorno aumenta e la criminalità si adegua: nessuno è al riparo dai reati informatici“. “Non possiamo consentire ai criminali informatici di interferire nel nostro uso quotidiano delle tecnologie digitali. Un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica presso Europol diventerà un nodo di cooperazione per la difesa di uno spazio virtuale libero, aperto e sicuro“. (Cecilia Malmström).

Nel 2011 – dice la UE – quasi tre quarti (il 73%) delle famiglie europee aveva accesso a Internet dalla propria abitazione e nel 2010 oltre un terzo dei cittadini dell’UE (il 36%) ha effettuato operazioni bancarie online. L’80% dei giovani europei è collegato attraverso le reti sociali online e ogni anno vengono scambiati a livello mondiale circa 8 000 miliardi di dollari nel commercio elettronico.

I reati informatici sono pertanto in aumento e i criminali informatici hanno creato un mercato redditizio che ruota attorno alle loro attività illegali, in cui i dati di una carta di credito possono essere acquistati per un solo euro, una carta di credito contraffatta per circa 140 euro e le coordinate bancarie per appena 60 euro.

“The establishment of the European Cybercrime Centre will be a landmark development in the EU’s fight against cybercrime. I am delighted that the Commission has proposed its establishment at Europol. Organised crime groups, terrorist groups and other criminals are quick to exploit the opportunities afforded by developments in technology, and the time is ripe for the authorities to get one step ahead. The European Cybercrime Centre will provide governments, businesses and citizens throughout the Union with the tools to tackle cybercrime. Building on Europol’s proven track record and unique expertise in this area, and with the support of the Member States, other EU bodies, international partners, and the private sector, the European Cybercrime Centre will make the EU smarter, faster and stronger in its fight against cybercrime.” (Rob Wainwright, Direttore di Europol)

I reati informatici non risparmiano nemmeno i mezzi di comunicazione sociale: fino a 600 000 account di Facebook sono bloccati ogni giorno a seguito di vari tentativi di accesso abusivo e nel 2009 oltre 6 700 000 computer sono stati infettati da applicazioni maligne.

Tra i compiti del Centro: segnalare agli Stati membri dell’Unione le principali minacce della criminalità informatica, allertandoli sulle rispettive carenze di difesa online; individuare le reti organizzate dei criminali informatici e i più pericolosi autori di reati informatici; fornire sostegno operativo alle indagini, tramite assistenza a fini forensi o della creazione di squadre investigative comuni in materia di criminalità informatica.

Per svolgere questi compiti e assistere più efficacemente inquirenti, magistrati e giudici degli Stati membri, il Centro raccoglierà informazioni provenienti da molteplici fonti: open source, industria privata, organismi di polizia e circoli accademici.

Il nuovo Centro fungerà anche da base di conoscenze per la polizia nazionale negli Stati membri, mettendo in comune le competenze e le iniziative di formazione in materia di criminalità informatica a livello europeo. Potrà rispondere ai quesiti posti da inquirenti, magistrati e giudici così come dal settore privato su specifici aspetti tecnici e scientifici.

Il Centro fungerà da piattaforma comune che consentirà agli investigatori europei in materia di criminalità informatica di dialogare collettivamente con le imprese di IT, altre società del settore privato, la comunità della ricerca, le associazioni di consumatori e le organizzazioni della società civile. Infine, il Centro è destinato a diventare un partner naturale di organismi internazionali e di più ampie iniziative in materia di criminalità informatica.

Fonti: UE, Europol.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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