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Decreto del FARE, ma il Wi-Fi era già libero

Il Decreto del Fare del governo Letta-Alfano liberalizza il Wi-Fi, introduce il domicilio digitale e il Fascicolo Sanitario Elettronico. Già, ma il Wi-Fi era stato già liberalizzato il primo gennaio 2011 con l’abrogazione del Decreto Pisanu. A febbraio scorso, poi, l’Autorità garante della Protezione dei dati personali aveva confermato che gli esercenti pubblici possono mettere liberamente a disposizione degli utenti la connessione Wi-Fi ed eventualmente Pc e terminali di qualsiasi tipo. Qual è la notizia? Quanto al Fascicolo Sanitario Elettronico, in Sardegna ce l’ha il 90 per cento dei cittadini. Infine la Carta di Identità Elettronica e il domicilio digitale: è roba che ogni governo ci propina ormai da tredici anni.

Basta andare a ritroso nel tempo (e nei comunicati ufficiali di Palazzo Chigi) per rendersi conto che le “novità” sono più o meno le stesse. Ecco le “Misure urgenti per l’innovazione e la crescita: agenda digitale e startup” del Governo Monti. Siamo a ottobre 2012. Cito qualche passaggio:

Documento digitale unificato – Carta di identità elettronica e tessera sanitaria (art. 1). Addio vecchia carta di identità e tessera sanitaria. Al loro posto, i cittadini potranno dotarsi gratuitamente di un unico documento elettronico, che consentirà di accedere più facilmente a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione. Il documento, che sostituirà progressivamente quelli attualmente circolanti, costituirà il punto di riferimento unitario attraverso cui il cittadino viene registrato e riconosciuto dalle amministrazioni dello Stato.

Come sappiamo, l’addio alla vecchia carta di identità non lo abbiamo ancora dato.

Un altro passaggio, sempre dalla nota ufficiale di ottobre 2012:

Domicilio digitale del cittadino e obbligo di PEC per le imprese (artt. 4,5). Dal 1 gennaio 2013, ogni cittadino potrà scegliere di comunicare con la pubblica amministrazione esclusivamente tramite un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Tale indirizzo costituirà il domicilio digitale del cittadino e sarà in seguito inserito nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, in modo che possa essere utilizzabile da tutte le amministrazioni pubbliche.

Come tutti possiamo constatare, il primo gennaio 2013 è passato da un pezzo e nessun cittadino ha potuto ancora eleggere il suo domicilio digitale.

Insomma, ci risiamo. Di anno in anno, di annuncio in annuncio, potremmo dire che tra il DIRE e il FARE c’è di mezzo un mare di buone intenzioni che non si realizzano mai.

Ecco la “nuova” Agenda Digitale del Governo:

AGENDA DIGITALE

1) La nuova governance

Il decreto riorganizza e rende più snella e operativa la governance dell’Agenda digitale. Anzitutto si ridefiniscono i compiti della cabina di regia che, presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato, presenterà al Parlamento un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l’agenda digitale medesima.

La cabina di regia si avvale di un Tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università, presieduto da Francesco CAIO, nominato dal governo commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale (“Mister Agenda digitale”).

L’Agenzia per l’Italia digitale viene poi sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio.

2) Le novità

  • Domicilio digitale: all’atto della richiesta della carta d’identità elettronica o del documento unificato, il cittadino potrà chiedere una casella di posta elettronica certificata;
  • Razionalizzazione dei Centri elaborazione dati (CED);
  • Fascicolo sanitario elettronico (FSE): le regioni e le province autonome dovranno presentare il piano di progetto del FSE all’Agenzia per l’Italia digitale entro il 31 dicembre 2013. Entro il 31 dicembre 2014 questo sarà istituito. L’Agenzia per l’Italia digitale e il ministro della Salute dovranno valutare e approvare i progetti.

3) Wi-fi libera come in Europa

E’ stata inoltre prevista la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei. Resta però l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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