Non basta togliere il fax per far funzionare meglio la Pubblica Amministrazione
12 Agosto 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 12 Agosto 2013
- ATTUALITA', E-GOVERNMENT
- E-GOVERNMENT, innovazione tecnologica, pubblica amministrazione
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Non ha tutti i torti il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, quando sostiene che “non basta togliere i fax e la carta” e che “occorre aggiungere soluzioni Ict adeguate e integrate nel Paese“. Ieri, con una lettera aperta al direttore del Corriere della Sera, Mastrapasqua è intervenuto nel dibattito sulla norma “ammazza fax” e sullo stato dell’arte dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Bene togliere i fax, dice il presidente dell’Inps, “ma per togliere la carta e affidarsi totalmente all’elettronica, con i connessi vantaggi economici e di trasparenza, ci vuole la voglia di una sfida in più. Nella Pubblica Amministrazione e in tutto il Paese”.
Il ragionamento di Mastrapasqua è articolato: in alcune Pubbliche Amministrazioni “il percorso della informatizzazione della telematizzazione e della dematerializzazione è avviato. E assai avanzato. È la discontinuità tra singole PA che rende difficile il salto di qualità. Talvolta si discute, opportunamente, sul digital divide della popolazione, o sulla carenza delle infrastrutture informatiche del Paese. Tutto vero. Ma molte PA sono molto lontane dai progetti ribaditi di e-gov. E chi è informatizzato lo è in maniera diversa dal suo ‘vicino’ e geloso del suo sistema, anche se non dialoga con altri. È l’esperienza che in Inps abbiamo toccato con mano in questi anni con le oltre 200 Asl italiane, alcune non informatizzate, molte inoperabili per incompatibilità di sistema. Lo stesso vale negli Enti locali e nei Tribunali, dove la buona volontà sopperisce spesso a gravi carenze strutturali. Un piano di informatizzazione omogeneo e trasversale non può piegarsi alla territorialità e all’autonomia dei sistemi e delle soluzioni“.
E poi l’affondo e la sfida al mondo politico. Il presidente dell’Inps affronta il nodo cruciale dei tempi certi entro i quali aziende e cittadini devono avere risposte dagli uffici pubblici:
“Non basta l’efficienza di un solo soggetto, qualunque esso sia”, dice Mastrapasqua. “Occorre l’integrazione. A quel punto perché non introdurre il silenzio-assenso? Un ‘vero’ silenzio-assenso, disciplinato da una nuova norma stringente, che non preveda rinvii o eccezioni, che non rimandi a successivi decreti applicativi”.
Infine, nella lettera aperta al Corriere della Sera, il presidente dell’Inps affronta il delicato tema della corruzione e delle clientele:
“Silenzio-assenso entro cinque giorni? Perché no. Una norma cosi perentoria e univoca renderebbe obsoleto ogni provvedimento anti-corruzione, cancellando in un sol colpa le ‘necessità’ di clientele, conoscenze o amicizie interessate all’interno dei sistemi di PA“.
Insomma, sostiene Mastrapasqua, non è (solo) problema di fax e informatizzazione, bensì di organizzazione, efficienza e trasparenza. Finché ogni Pubblica Amministrazione sarà una repubblica indipendente, con i suoi sistemi informatici impermeabili, le sue lentezze, le sue sacche di inefficienza, i suoi tempi biblici nelle risposte, non si potranno fare molti passi in avanti.