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Banda larga: Vodafone, Wind e Fastweb. Se son (nuove) reti fioriranno

Ci voleva l’azione congiunta di tre privati  – Vodafone, Wind e Fastweb – per stanare il governo sul problema dei problemi: il grave ritardo italiano sulla banda larga.  Nasce una nuova rete in fibra ottica, alternativa e competitiva. Telecom ha nicchiato troppo, e troppo si è adagiata sulla sua posizione di rendita. Formalmente ex monopolista, di fatto ancora monopolizzatrice del tratto più appetitoso dell’infrastruttura. Unbundling e ultimo miglio  fanno la differenza, in termini di business. Quanto al governo, finora ha ciurlato nel manico. Prima ha promesso fondi, poi ha fatto marcia indietro, poi ha ripromesso, poi non si è capito bene. Insomma, chiacchiere e distintivo.

Oggi è arrivata una proposta tale da far gridare che il re è nudo. Gli amministratori delegati delle tre aziende telefoniche vogliono che si crei una Società della fibra  che realizzi un’unica rete, in modalità point-to-point, efficiente, aperta a tutti gli operatori che ne facciano richiesta. Potrà essere utilizzata con condizioni eque e non discriminatorie mentre la commercializzazione dei servizi sarà gestita in modo autonomo e indipendente dagli operatori.  Il progetto si finanzierà a costi di mercato con un ritorno in nove, dieci anni e sono invitati a mettere soldi anche banche, investitori finanziari e utility. 

Tempi di attuazione. Copertura iniziale – in cinque anni – delle quindici città più popolate (dieci milioni di cittadini). Spesa prevista 2,5 miliardi di euro. La sperimentazione parte da Roma nell’area della Collina Fleming e porterà la fibra ottica a circa settemila abitazioni entro luglio 2010. La fase successiva prevede di coprire le città con più di ventimila abitanti (il cinquanta per cento della popolazione italiana). Spesa prevista 8,5 miliardi di euro. 

La rete in fibra, in termini di manutenzione, costa meno di quella in rame. ”I costi e gli investimenti su 10 anni per ogni singola linea sarebbero di 915 euro per la sola manutenzione della rete in rame – ha spiegato l’amministrazione delegato di Vodafone, Paolo Bertoluzzo – mentre per la realizzazione e manutenzione di una linea in fibra servirebbero 1.490 euro se fosse adottata dal 50% dei clienti e 871 euro se fosse adottata da tutti”. 

Torniamo al governo, che non ha mai sganciato gli 800 milioni di euro (sembrano spiccioli, in confronto all’entità del piano Vodafone- Wind- Fastweb) e che adesso, per voce del viceministro Paolo Romani, dice che “risponderà positivamente alla richiesta dei tre operatori”. Romani invoca il “fondamentale coinvolgimento” di Telecom. 

Come Telecom? Vodafone- Wind- Fastweb si sono mosse proprio per non sottostare più al gioco al rialzo sulle tariffe di unbundling

C’è qualcosa che non quadra.

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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