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Java vi fa venire gli incubi? Arriva Julia per i sogni tranquilli di programmatori e utenti

Nel mondo digitale Java  non è un’isola dell’Indonesia. E’ un linguaggio di programmazione tra i più accorsati. Una piattaforma adottata da quasi sette milioni di sviluppatori software. Java è object oriented, permette cioè di modellare oggetti digitali. E’ quindi una tecnologia ad hoc per programmi per telefoni cellulari e altri dispositivi portatili, smart card, decoder, stampanti, webcam, giochi, sistemi di navigazione per veicoli, terminali delle lotterie, apparecchiature mediche, parchimetri, eccetera. Come tutti i linguaggi di programmazione, Java  ha il tallone d’Achille dei bug, gli errori alla base degli incubi degli sviluppatori e dei moccoli degli utenti. Adesso però c’è Julia, da sognare…

Julia  non è una bella fanciulla, bensì un prodotto software  capace di analizzare programmi Java  e identificare i problemi in automatico. Julia  nasce a Verona, per iniziativa di Roberto Giacobazzi, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Fausto Spoto, associato di Informatica  e ideatore del progetto, in collaborazione con alcuni docenti dell’Università francese de la Reunion, supportata da Paolo Errico amministratore delegato di Maxfone e da Paolo Fiorini della M&A Partners.

Julia – dicono a Verona – è l’unica suite oggi disponibile come strumento di analisi software in grado di integrarsi a livello di rete intranet ed essere erogato in modalità web service (cioè automatica). Grazie alla sua tecnologia basata su analisi denotazionali, Julia permette di coniugare efficienza con precisione. In questo modo è possibile ridurre i costi di produzione del software e i rischi di immissione sul mercato di applicazioni malfunzionanti, che comportano riparazioni onerose e dannose. E’ il caso del “baco” che lo scorso 28 febbraio  ha bloccato le Playstation Sony in tutto il mondo”.

“Le analisi effettuate da Julia  sono basate su una teoria matematica nota come interpretazione astratta, sviluppata a partire dal 1977 dai coniugi Cousot a Parigi. L’applicazione concreta della teoria ha richiesto sviluppi teorici e tecnologici notevoli, anche a causa del costo delle analisi e della loro precisione. Solo negli ultimi anni è stato possibile realizzare analisi per programmi potenzialmente molto complessi, di grandi dimensioni e scritti in linguaggi di programmazione di esteso uso industriale in grado di fornire informazioni utili per il programmatore.”

Julia sarà disponibile tra qualche mese, quando sarà ultimata la fase d’affinamento del prodotto, che poi sarà lanciato nel mercato del software in Java per acquistare quote sempre maggiori e far diventare Verona un nuovo polo tecnologico mondiale. La spin off dell’Università di Verona sta valutando le partnership necessarie per far decollare il progetto sul mercato nazionale e internazionale.

Qui c’è un prototipo  che si può usare: http://julia.scienze.univr.it/

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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