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Giornalismi: City chiude e i redattori occupano il sito internet

A memoria d’uomo digitale non era mai successo. I giornalisti del quotidiano free press City (Rcs Mediagroup) hanno occupato sito web, profilo Facebook e colonna degli sms del giornale. Protesta multimediale dopo l’annuncio della sospensione delle pubblicazioni entro la fine di febbraio. Da ieri sia sul sito del giornale che su Facebook sono disponibili gli aggiornamenti sullo stato della protesta. Chi vuol dire “no alla chiusura di City” può scrivere all’indirizzo [email protected] o mandare un sms al 342411173. I messaggini saranno pubblicati sul giornale. La redazione ha anche deciso di sospendere i turni di ribattuta e si scusa con i lettori che non potranno avere a disposizione sul giornale del giorno dopo le notizie di tarda serata, come i risultati delle partite di calcio.

 

 

E’ una forma di lotta creativa, mai adottata finora. Giornalisti che usano gli strumenti digitali dell’editore per raccontare le ragioni della vertenza. E’ come se un giornale di carta uscisse comunque, nel giorno dello sciopero, per far conoscere ai lettori cosa accade dietro le quinte  del confronto sindacale. E, comunque, i giornalisti di City, continuano a fare il loro dovere, aggiornando il sito con le notizie sull’attualità, a cominciare dal terremoto nel nord Italia.

Perché City sta chiudendo? Ecco il comunicato ufficiale del Comitato di Redazione:

La Rcs Mediagroup (Rizzoli Corriere della Sera), che possiede al 100% City Italia Spa, getta la spugna nel comparto free press. Decisa la sospensione, entro febbraio 2012, di tutte le pubblicazioni del quotidiano. Dopo 11 anni dal suo debutto City chiude. La Rcs Mediagroup (Rizzoli Corriere della Sera), che possiede al 100% City Italia Spa, getta la spugna nel comparto free press.

 

 

Ci è stato comunicato che l’Editore ha deciso la sospensione, entro febbraio 2012, di tutte le pubblicazioni del quotidiano City attualmente diffuso in otto città: Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bari.

Le ragioni addotte dalla Rcs sono di carattere economico legate al calo dei fatturati pubblicitari.

Per contrastare tale fenomeno nell’ultimo anno questo cdr e la redazione hanno responsabilmente accettato un doloroso piano di tagli, imposto dall’Azienda, che ha portato anche alla fuoriuscita di cinque redattori, con un impatto considerevole su un corpo redazionale che prima della cura dimagrante contava 24 unità.

Paradossalmente, malgrado un vistoso calo di investimenti, proprio nel 2011 il gradimento è ulteriormente cresciuto arrivando ad un totale 1.786.000 lettori, che ha fatto di City il sesto quotidiano più letto d’Italia.

In questi 11 anni di vita i giornalisti di City hanno fatto il loro lavoro con professionalità, competenza, passione e senso di responsabilità, in un percorso di crescita professionale tangibile come, ad esempio, il lavoro su più piattaforme.

Ora, quanto meno, ci aspettiamo e chiediamo con forza che la Rcs, primo gruppo editoriale italiano, si assuma le proprie responsabilità e tuteli il lavoro dei 19 giornalisti della redazione, dei collaboratori e dei poligrafici di City, con la piena ricollocazione di tutti i colleghi all’interno delle testate del gruppo.

Il cdr di City

 

 

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Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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