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Brunetta digitale

“Dal 1° gennaio 2011 le pubblicazioni cartacee non avranno più effetto di pubblicità legale, dovendosi ritenere sostituite dalle pubblicazioni on line effettuate nei siti web delle varie amministrazioni”, si legge nella Relazione al Parlamento sullo stato della Pubblica Amministrazione (2007) del ministro per l’Innovazione e la PA, Renato Brunetta. La relazione è stata pubblicata sul sito del ministero, in formato pdf. Sarà uno dei tanti libri dei sogni ai quali ci hanno abituato i suoi predecessori (di destra e di sinistra, Stanca e Nicolais, per citare solo gli ultimi)?

Ecco alcuni capitoli della relazione Brunetta che riguardano l’innovazione (tralascio le cavolate su assenteismo e permessi sindacali): 

Larga Banda

La Ue dà una definizione prestazionale e non tecnica della banda larga, individuandola come l’insieme di reti e servizi che consentono l’interattività a velocità confortevole per l’utente. Per convenzione, oggi una connessione è “confortevole” e quindi a banda larga se la velocità di trasporto è superiore a 512 kbps. Seguendo tale definizione, la banda larga è quindi un insieme di tecnologie (fibra ottica, xDSL, wireless-WiFi, HiperLan, WiMax e satellite, ma anche UMTS e HSDPA), come ricordato recentemente da AGCOM (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). La disponibilità di banda larga è considerata una condizione abilitante per poter realizzare una moderna Società dell’Informazione e la Pubblica Amministrazione è uno dei volani per la diffusione di questa tecnologia, sia in quanto può attivare il settore privato orientando l’offerta, sia perché può finanziare progetti concreti tesi a superare il digital divide in Italia. L’Italia pur avendo compiuto dei notevoli progressi nella diffusione della larga banda con 10.100.000 accessi censiti al 31 dicembre 2007, con un incremento annuale del 18 per cento, presenta una particolarità legata alla diffusione capillare di cittadini ed imprese nel territorio. Al momento, 4.203 comuni hanno una reale copertura dei propri cittadini (superiore al 95 per cento) mentre i restanti hanno una copertura parziale e 2.026 comuni ne sono esclusi con una copertura inferiore al 5 per cento. Infine, per completare lo scenario solo 1.571 dispongono di accessi ad alta velocità oltre i 7 Mbit/sec.

VoIP

La realizzazione della rete SPC ha già consentito un risparmio per la PA sulle spese annuali correnti destinate al trasporto (da 130 milioni di euro a 54 milioni di euro con capacità di banda triplicata) liberando risorse economiche che le amministrazioni possono destinare all’ICT. In particolare, i servizi opzionali, inseriti nell’Accordo Quadro CNIPA che disciplina i servizi di rete, prevedono la fornitura chiavi in mano degli impianti di fonia a fronte di un canone annuo di noleggio e manutenzione per postazione di lavoro. Il CNIPA ha stimato, sulla base di dati di mercato, in prima approssimazione, in 120 milioni di euro il risparmio per anno per la PAC, a regime, derivante dall’introduzione obbligatoria del VoIP.

Digitalizzazione della pubblica amministrazione e rapporti con i cittadini

Per ridurre i costi della “macchina pubblica” e diffondere l’uso delle nuove tecnologie il Piano industriale contempla precise misure volte ad eliminare sprechi relativi alla produzione di documenti cartacei. È stato stabilito che gli obblighi di pubblicazione degli atti o dei provvedimenti amministrativi si intendono assolti con la pubblicazione degli stessi nei siti web delle singole amministrazioni e che dal 1° gennaio 2011 le pubblicazioni cartacee non avranno più effetto di pubblicità legale, dovendosi ritenere sostituite dalle pubblicazioni on line effettuate nei siti web delle varie amministrazioni.

Sempre in tema di innovazione digitale va richiamata la delega conferita al Governo per l’emanazione di decreti legislativi volti a modificare il Codice dell’Amministrazione Digitale nel rispetto di precisi criteri e principi: 

  • prevedere sanzioni, compresa l’inibizione dell’erogazione dei servizi disponibili in modalità digitali attraverso canali tradizionali, per le amministrazioni che non ottemperano alle prescrizioni del Codice;
  • quantificare gli effettivi risparmi conseguiti dalle singole amministrazioni da utilizzare per finanziare i progetti di innovazione e per incentivare il personale coinvolto nei progetti;
  • modificare la normativa in materia di firma digitale per semplificarne l’adozione e l’uso da parte della Pubblica Amministrazione, dei cittadini e delle imprese;
  • prevedere il censimento e la diffusione degli applicativi informatici realizzati o utilizzati dalle Pubbliche Amministrazioni, dei servizi erogati con modalità digitali, delle best practices tecnologiche e organizzative adottate;
  • incentivare il project financing quale strumento per l’accelerazione dei processi di valorizzazione dei dati pubblici;
  • prevedere l’utilizzo del web nelle comunicazioni tra le amministrazioni e i propri dipendenti;
  • prevedere la pubblicazione, sui siti delle pubbliche amministrazioni, di indicatori di performance.

Il Piano industriale contempla anche la definizione, da parte del Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione d’intesa con la Conferenza unificata, di un Programma volto ad assicurare l’adesione di tutte le pubbliche amministrazioni al Sistema Pubblico di Connettività per garantire la realizzazione di progetti di cooperazione tra i rispettivi sistemi informativi, l’interoperabilità delle banche dati e il miglioramento dei servizi erogati anche online ai cittadini e alle imprese. Per agevolare il rapporto tra cittadino e PA il Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione ha promosso il Progetto “Reti amiche” (del cittadino), un sistema per l’erogazione di servizi pubblici attraverso i canali di distribuzione di Poste italiane, Tabaccai, ABI, Farmacie, Carabinieri, Ferrovie e Grande Distribuzione. Le Reti consentiranno di operare in condizioni di maggiore prossimità e amicalità con i cittadini, opereranno in competizione e sovrapposizione tra loro, il servizio aggiuntivo offerto dai soggetti della rete sarà a costo zero per lo Stato e a costo vivo per il cliente-utente. 

Open Source

La convergenza delle tecnologie digitali e l’affermarsi di nuovi paradigmi per lo sviluppo e l’integrazione di sistemi software consente di prevedere un futuro molto prossimo in cui individui e organizzazioni (sia del settore pubblico che privato) potranno disporre con continuità, e attraverso una crescente varietà di canali, di servizi personalizzati ad alto valore aggiunto, erogati da piattaforme ICT distribuite e cooperanti. La tecnologia diventerà trasparente, l’utente finale sceglierà tra i servizi disponibili in base alla qualità e al valore intrinseco dell’offerta. In questo contesto, interoperabilità, open standards e open source software emergono come i fattori chiave su cui puntare per la creazione di un mercato realmente efficiente e dinamico, aperto anche alle piccole realtà imprenditoriali. Il Dipartimento ha optato per un coinvolgimento diretto nel dibattito in corso in tema di software open source, sia al fine di poter disporre di un punto di osservazione privilegiato per meglio comprendere i processi in atto e le relative opportunità di innovazione per la pubblica amministrazione, sia per potervi contribuire attivamente presentando le esigenze peculiari della pubblica amministrazione. La strategia si sviluppa attraverso le seguenti linee di azione: migliorare la conoscenza sul fenomeno OS; rendere la pubblica amministrazione un consumatore intelligente e attento di software OS; promuovere il software open source quale strumento di collaborazione per i progetti della pubblica amministrazione; studiare nuovi modelli di business basati sul software open source; partecipare attivamente nel contesto europeo ed internazionale. E’ stata istituita una Commissione Open Source, allo scopo di fornire un quadro dettagliato ed aggiornato delle potenzialità del fenomeno per la pubblica amministrazione e linee guida per la valutazione e integrazione di prodotti open source nei sistemi informativi della pubblica amministrazione. Il software open source è stato inserito o è in fase di inserimento nelle varie linee di azione del Dipartimento (in particolare per i progetti di innovazione in aree prioritarie) quale strumento per la collaborazione, la condivisione di esperienze e il riuso di soluzioni in progetti complessi della pubblica amministrazione. Il Dipartimento è tra i partner del Progetto Integrato Europeo QUALIPSO – A Quality Platform for Open Source Software, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro (IST-F&6-Call5, Contratto 034763) per circa 10 Meuro con la finalità di innalzare la qualità dei prodotti open source ai livelli richiesti dagli attuali standard industriali dell’industria ICT. Nell’ambito del progetto, il Dipartimento ha ricevuto un finanziamento di 300 mila euro, ha promosso la conferenza internazionale sul software open source che si è svolta a Roma il 16-17 gennaio 2008, ha preso parte all’incontro ufficiale che si è svolto in Cina con il Ministero della Ricerca e Innovazione Cinese per favorire la creazione di centri di competenza OSS, ha presentato le proprie politiche open source durante il primo meeting internazionale di progetto svoltosi in Spagna. 

Codice amministrazione digitale

il ministero si impegna a migliorare il CAD con interventi normativi che ne impongano l’attuazione in modo piu’ stringente e incisivo a livello dei Pubblici dipendenti, sia con misure premiali per chi lo attua, sia con interventi sanzionatori per chi lo disattende. In secondo luogo verra’ completata l’emanazione delle regole tecniche previste per consentire la concreta praticabilita’ delle soluzioni tecnologiche. Ulteriori Interventi a livello normativo dovranno inoltre creare meccanismi finanziari incentivanti per le singole Amministrazioni, ad esempio garantendo alle PA virtuose la possibilita’ di riutilizzare, almeno in parte, i risparmi ottenuti tramite l’utilizzo delle tecnologie digitali. 

Dematerializzazione

il ministero sta lavorando al varo di una serie di disposizioni volte ad eliminare gli sprechi correlati al mantenimento dell’utilizzo delle pubblicazioni legali in formato cartaceo. L’obiettivo di Brunetta e’ quello di far cessare il valore legale del documento cartaceo entro e non oltre gennaio 2011. Nella finanziaria 2009 sono previsti 18 milioni di euro per la dematerializzazione. (A proposito di dematerializzazione, ho scritto un post, qualche tempo fa).

 

PS. La vignetta di Maurizio Pucci è stata presa in prestito dal sito del ministero di Brunetta: http://www.innovazionepa.it/concorso_vignette/dettaglio_vignetta.asp?indice=280

 

 

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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