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Giocare a Ris.I.C.O per individuare i malandrini degli appalti pubblici

Nello scenario di Ris.I.C.O 1.1 Beta non c’è la Jacuzia e neanche la Kamchatka. Anzi, non è un gioco. E’ il prototipo di un software sviluppato da TRANSCRIME  (Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dell’Università degli Studi di Trento) in collaborazione con il Ministero dell’Interno. Serve a “stimare il livello di rischio di infiltrazione della criminalità organizzata in un appalto pubblico”. Ogni riferimento a fatti, persone e circostante dell’attualità non è assolutamente casuale.

Il tema: “nel 2008 in Italia sono state avviate 47.937 procedure di affidamento di contratti pubblici di importo superiore a 150.000 euro, per un valore complessivo di 76 miliardi di euro.1. Considerato l’elevato numero di appalti, servono strumenti con cui effettuare una selezione delle gare a maggior rischio di infiltrazione criminale, così da concentrare e rendere più efficace l’attività delle forze dell’ordine e delle autorità di vigilanza, riducendo anche i costi di tale attività”.

I giocatori: i possibili utenti di Ris.I.C.O 1.1 Beta sono le forze dell’ordine e le autorità di vigilanza con accesso a database delle forze di polizia. Considerato il suo facile utilizzo, Ris.I.C.O 1.1 Beta è pensato per essere utilizzato da pubblici funzionari senza specifiche competenze investigative e conoscenze dettagliate.

Svolgimento: Il prototipo di Ris.I.C.O 1.1 Beta effettua una valutazione del rischio di infiltrazione attraverso un modello statistico che utilizza diverse variabili e diverse fonti di dati.

Come funziona Ris.I.C.O 1.1 Beta di Transcrime

Come funziona Ris.I.C.O 1.1 Beta di Transcrime

Queste includono:

(a) informazioni sul contesto territoriale (es. indice di contesto criminale della provincia in cui si realizza l’appalto, presenza di un comune sciolto per infiltrazione mafiosa); 

(b) tipologia di gara e di procedura di aggiudicazione (es. procedure aperte, ristrette o negoziate; presenza di stazioni subappaltanti); 

(c) le caratteristiche dell’attività economica interessata dalla gara d’appalto (es. fornitura di servizi, manutenzione, lavori edili, lavori stradali, etc);

 (d) sugli importi delle gare e i prezzi di aggiudicazione (es. con quale sconto sulla media regionale); 

(e) sulle imprese partecipanti (es. forma societaria, fatturato, posizione finanziaria ed altri dati di bilancio, età dell’impresa); 

(f) sulle persone coinvolte (es. età, genere, precedenti penali). 

Tali informazioni sono inserite nel programma dall’utente attraverso delle apposite maschere. Il modello statistico sottostante il software calcola, sulla base di tali variabili, un punteggio associato al livello di rischio.

La presenza e/o il livello delle variabili sopra elencate sono associate a diversi livelli di rischio di infiltrazione. Ad esempio, il fatto che l’ente appaltante sia un comune che in passato ha già subito commissariamenti per mafia, o l’esistenza di molte stazioni subappaltanti, o il coinvolgimento di persone con precedenti penali, sono con maggiori probabilità associati a maggiori livello di rischio di infiltrazione.

Il livello di rischio di infiltrazione è calcolato su tre sotto-indici:

RA – Rischio appalto. Valuta il rischio dell’appalto in relazione alle caratteristiche del contratto.

RI – Rischio impresa. Valuta il rischio della/e impresa/e coinvolta/e nell’appalto.

RP – Rischio persone. Per ciascuna impresa, valuta il rischio in relazione alle caratteristiche delle persone che hanno una posizione di rilievo (soci, amministratori, rappresentanti legali, dirigenti relativi all’appalto).3

I valori di RA, RI e RP riparametrati sono quindi combinati fra loro calcolandone la media.

Per stabilire il rischio associato a ciascuna area geografica vengono, ancora più a monte, calcolati degli Indici di Contesto Criminale (ICC), basati sulle statistiche di alcuni reati penali occorsi nella provincia di riferimento, e più specificatamente: 

 (1) omicidi di stampo mafioso;

(2) associazione di stampo mafioso;

(3) scioglimento delle PA;

 (4) beni confiscati;

(5) reati associati agli appalti. 

La media di RA, RI e RP viene quindi ponderata con l’ICC della provincia in cui è bandito l’appalto, ottenendo, come risultato, un punteggio che misura il Rischio finale di infiltrazione per l’appalto in esame.

Il punteggio di rischio ottenuto attraverso Ris.I.C.O 1.1 Beta costituirebbe un utile indicazione per le forze dell’ordine e le autorità impegnate nella vigilanza sui contratti pubblici di appalto al fine di selezionare i contratti su cui concentrare le attività di prevenzione ed indagine. 

Ris.I.C.O 1.1 Beta consentirebbe di ridurre i costi di indagine e, dall’altra parte, rendere più efficace l’operato delle forze dell’ordine.

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Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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