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Terminazione mobile: potremmo risparmiare un miliardo

Se l’Italia si adeguasse alle indicazioni dell’Unione Europea sulla riduzione delle tariffe di terminazione per i servizi di telefonia mobile[1], noi consumatori finali avremmo un beneficio di un miliardo di euro l’anno. Si, proprio un miliardo, se si prende per buono il rapporto elaborato da Consumatori Associati sulla base dei dati forniti da AgCom per il 2011. Lo studio ha già convinto una quarantina di senatori, che hanno firmato una lettera aperta all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Nell’appello si chiede di adottare una delibera che fissi il livello della terminazione su rete radiomobile ad un centesimo di euro al minuto sino dal primo gennaio 2011.

 

 

Il rapporto di Consumatori Associati stima “i volumi di terminazione off-net delle chiamate su telefonia mobile sopra i 40 miliardi di minuti all’anno (fonte: AGCOM, 2011). Per ogni centesimo di euro al minuto di riduzione delle tariffe massime di terminazione, quindi, gli operatori vedrebbero ridurre i loro costi di interconnessione di circa 400 milioni di euro. Sulla base dei trend storici degli ultimi 10 anni, è possibile stimare che tali minori costi verrebbero trasformati dai gestori in minori prezzi per i clienti finali in ragione di una percentuale media ponderata di almeno il 50%, che diventa del 60-70% se prendiamo in considerazione lo specifico segmento del traffico voce verso numerazioni mobili”.

Una stima sintetica del beneficio per i consumatori finali – si legge nel rapporto – “è ottenibile calcolando la proporzione nella quale la riduzione delle tariffe di terminazione mobile si traduce nel tempo in minori prezzi dei servizi di telecomunicazione… In termini estremamente semplificati, possiamo attenderci che per ogni euro di minor spesa da parte degli operatori, circa la metà si traduca in risparmio per i consumatori.

Il tutto ovviamente dipenderà dalle strategie competitive degli operatori fissi e mobili e dalle diverse propensioni al consumo e gradi di fedeltà delle rispettive basi clienti. Proiettando nell’immediato futuro i coefficienti derivati dalle serie storiche degli ultimi 10 anni, un intervento dell’AGCOM in direzione di quanto più volte richiesto dalla Commissione Europea comporterebbe un vantaggio per i consumatori stimabile tra i 200 e i 250 milioni di euro per ogni centesimo di euro di riduzione delle tariffe dì terminazione.

Con gli attuali livelli delle tariffe di terminazione, che in Italia sono tra i più alti in Europa e che superano del 55% la media di un campione comparabile di nazioni europee, ci sarebbe spazio, senza la necessità di modificare l’attuale modello di terminazione e semplicemente allineandosi con i valori dei principali Paesi europei, per una riduzione di almeno 4 centesimi al minuto per tutti gli operatori. Tale riduzione comporterebbe un calo di costi complessivi per gli operatori di circa 1,6 miliardi di euro, che si tradurrebbe in un prevedibile benefìcio per i consumatori finali stimabile tra 800 milioni e 1 miliardo di euro.

A tali benefici monetari immediati andrebbero associati altri benefici derivanti dall’evoluzione delle logiche di pricing degli operatori, che a ogni riduzione delle tariffe di terminazione fanno di prassi corrispondere un aumento delle proposte basate su piani tariffari “fiat”, consentendo quindi un incremento della propensione all’uso del servizio.

Un basso costo dei servizi di terminazione, infatti, consente di massimizzare le cosiddette “call externalities”, e crea le condizioni per un uso più efficiente delle reti esistenti. Infatti le tariffe diterminazione sono attualmente basate su criteri “traffic sensitive” (ovvero vengono normalmente fissate sulla base di un dato costo per ogni minuto di conversazione), spingendo quindi gli operatori a strutturare in analogo modo i propri prezzi retail. Questo si traduce in un’accresciuta attenzione dei consumatori alla frequenza e alla durata delle proprie chiamate, che, nel caso avvenga su reti di telecomunicazione non sature, e/o non specificamente “traffic sensitive”, produce l’effetto indesiderato di ridurre il traffico potenziale a livelli non efficienti rispetto alla massimizzazione del beneficio per i consumatori.

 

La terminazione è un monopolio, e non può diventare un abuso. Ogni operatore è un monopolista naturale per il servizio di terminazione sulle proprie numerazioni. E ogni monopolio naturale va soggetto alla sorveglianza e all’azione di garanzia delle autorità pubbliche. Ma non tutti i monopoli hanno di fatto lo stesso potere: chi controlla grandi quote di mercato può estrarre dalla sua posizione dominante un volume di rendite economiche che è molto maggiore rispetto ai concorrenti che gestiscono un decimo dei volumi di traffico.

Infatti il potere monopolistico sulla terminazione che ogni operatore possiede rispetto agli altri operatori sulla propria base clienti, e che ancora oggi può sfruttare i vantaggi di elevate tariffe di terminazione, consente di estrarre rendite proporzionali alla dimensione e alle caratteristiche di comportamento della base clienti stessa. Ciò è particolarmente penalizzante nel caso del mercato italiano, dove l’elevatissima saturazione tende a irrigidire le quote di mercato a favore degli incumbents storici, garantendo quindi loro una “rendita monopolistica” sulla terminazione verso la propria base clienti…

…In generale, le esperienze internazionali mostrano che la riduzione delle tariffe di terminazione riduce anche la necessità di intervento regolatore, in quanto affida la determinazione dei corretti livelli di prezzo dei servizi all’utilizzatore finale alla concorrenza tra operatori e in particolare i rapporti tra l’operatore e i propri clienti”.

Sulle tariffe di terminazione mobile le opinioni del mondo politico sono trasversali. Qualche giorno fa un gruppo di parlamentari del PDL e del PD ha chiesto che le tariffe non vengano ridotte, cioè di andar contro le indicazioni della UE (!).

Una gabella più degna della Dogana delle Pecore che della moderna Europa, ma le lobbies delle telecomunicazioni da questo orecchio non vogliono ascoltare. I clienti sono pecore da tosare…

 

PS. Segnalo anche la petizione di AltroConsumo, alla quale si può aderire con la propria firma:

Basta regalare soldi agli operatori mobili

Quando chiami un amico al cellulare sulla rete di un operatore diverso dal tuo, o chiami un cellulare dal tuo telefono di casa, l’operatore di chi riceve la chiamata fa pagare al tuo un pedaggio per consegnare la chiamata. E questo balzello alla fine lo paghi tu.

Questo pedaggio viene chiamato “tariffa di terminazione mobile” e il suo prezzo attuale è di 5,3 centesimi di euro per ogni minuto di chiamata. E’ un prezzo del 50% superiore rispetto alla media europea, un regalo che facciamo con ogni telefonata agli operatori mobili, i cui costi sono molto inferiori al prezzo che addebitano. E’un sovracosto che ricade su noi consumatori ed è il motivo per cui i prezzi delle chiamate ai telefoni mobili da rete fissa sono così alti in Italia.

Pensiamo che queste tariffe di terminazione siano eccessive e falsino la concorrenza. Chiediamo ad Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni, di abbassare le tariffe in modo che riflettano i costi effettivi sostenuti dagli operatori, così come ha chiesto la Commissione europea e come sta avvenendo in Francia, in Inghilterra, in Germania. Agcom, a maggio, ha proposto un percorso di riduzione delle tariffe di terminazione mobile che è stato giudicato dalla Commissione Europea ritardato e inadeguato e che porterebbe l’Italia nel 2013 ad avere tariffe di terminazione tre volte più care di quelle, per esempio, della Francia. Nei prossimi mesi Agcom dovrà prendere la decisione definitiva: vogliamo informarvi su quanto costa realmente alle tasche degli italiani la terminazione mobile e darvi la possibilità di dir la vostra, firmando la petizione qui a fianco“.

 

 



[1] Le tariffe di terminazione sono i prezzi che gli operatori di telecomunicazioni pagano ai competitor per le telefonate fatte dai propri clienti verso i rispettivi numeri mobili. L’Unione Europea ha indicato come obiettivo la riduzione della tariffa dagli attuali 5,3 centesimi a 0,98 centesimi entro la fine del 2014.

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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