Wikileaks batte VISA 1 a zero
26 Aprile 2013 Pubblicato da Pino Bruno
- 26 Aprile 2013
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- banche, carte di credito, islanda, Julian Assange, WikiLeaks
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O la filiale islandese della Visa torna subito ad accettare le donazioni in favore di Wikileaks oppure paga una penale di 5000 euro al giorno. Sentenza inappellabile della Corte Suprema di Reykjavik e prima vittoria giudiziaria per Julian Assange. I giudici islandesi hanno incrinato l’embargo decretato tre anni fa dalle multinazionali PayPal, Bank of America, VISA, MasterCard e Western Union. Certo, non sarà la piccola (grande!) Islanda a fare la differenza, perché il blocco finanziario nei confronti del sito di controinformazione permane nel resto del mondo, ma è comunque un segnale importante.
La contesa legale va avanti dal dicembre 2010, quando è cominciata la pubblicazione dei dispacci segreti della diplomazia statunitense. Il governo americano chiese ufficiosamente a banche e multinazionali digitali di boicottare Wikileaks.
“Posso usare una carta Visa o Mastercard per acquisti porno e per supportare i fanatici anti-aborto, i bigotti omofobici e il Klu Klux Klan, ma non posso usarle per supportare Wikileaks, la trasparenza, il Primo Emendamento”, scrisse in proposito il giornalista Jeff Jarvis.
L’embargo decretato delle cinque banche ha prosciugato le riserve economiche di Wikileaks, costretta a vendere magliette e adesivi per sopravvivere. D’altronde lo stesso Julian Assange è tuttora “prigioniero” negli uffici dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per non essere estradato prima in Svezia e poi negli Stati Uniti.
La prossima tappa giudiziaria è Copenhagen, dove Wikileaks ha fatto causa – per gli stessi motivi – alla filiale danese di VISA.