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L’eBook arranca in America: libro di carta alla riscossa

Le vendite di eBook sono in calo, dice al New York Times The Association of American Publishers, il più importante sodalizio di editori di libri degli Stati Uniti. Le piccole librerie sperano che le vendite natalizie possano consolidare il trend e ridare fiato alla carta. Sembra incredibile, ma si colgono timidi segnali di disaffezione nei confronti del libro digitale. Infatti, sempre stando alle indicazioni dell’Association of American Publishers che raccoglie i dati mensili da circa 1.200 editori, il mese scorso le vendite di eBook sono state piatte e addirittura in calo per quasi tutto il 2013. Ad agosto sono stati venduti libri digitali  per circa 128 milioni dollari, con una diminuzione del 3 per cento rispetto ad agosto 2012.

libreria

L’inchiesta del New York Times è ricca di testimonianze. “Non so se si tratta di un punto di saturazione del  digitale – sostiene Len Vlahos, direttore esecutivo del Book Industry Study Group – ma tutti i dati suggeriscono che abbiamo raggiunto uno stato di equilibrio rispetto a tre anni fa, quando si trattava di mercato nascente”.

Molti piccoli librai raccontano al quotidiano di essere di nuovo in crescita. Alcuni parlano addirittura di rinascita. D’altronde le librerie si reinventano e cercano sempre più di proporsi come luoghi accoglienti, in cui avere un consiglio, fermarsi a bere un caffè, chiacchierare, incontrare gli autori e fare attività culturali. È troppo presto per capire se si tratta di un trend o di casualità. La buona vecchia carta sembra volersi prendere una rivincita.

E chissà che un contributo alla disaffezione venga anche dal “mancato possesso” dell’opera digitale. Di cosa si tratta?

Provo a raccontarla così: compro un libro di carta e lo leggo. Mi è piaciuto, lo consiglio, lo faccio leggere a moglie e figli, oppure lo dò in prestito all’amico caro che sicuramente me lo restituirà. All’editore non importa se uso gli occhiali e neanche che tipo di occhiali. A lui importa soltanto che io lo acquisti. Insomma, sul quel libro ho tutti i diritti, escluso quello di fotocopiarlo per trarne profitto. Compro un libro in formato digitale, un eBook. Ebbene, l’editore (o il distributore) mi impone lo strumento con cui devo leggerlo (il tablet, l’eReader, il desktop, lo smartphone, l’applicazione) e poi ci mette un marchio indelebile (si chiama DRM) che mi impedisce di farlo leggere ad altri o darlo in prestito. Sarà mio per sempre, come accade per i libri di carta? In quale scaffale potrò conservarlo per rileggerlo tra vent’anni? Oppure succederà come i vecchi VHS, la cui morte ci ha costretto a ricomprare i film in DVD e poi in BlueRay e domani chissà?

Proprio oggi, su Tom’s Hardware, Valerio Porcu ha raccontato un’altra storia incredibile, a proposito della “proprietà digitale”. Vi invito a leggerla per riflettere su un tema poco dibattuto ma assai importante.

Come difendersi?

Intanto io continuo a privilegiare il libro di carta (anche se non disdegno il formato digitale per saggi, dizionari e opere particolarmente voluminose). Poi faccio copia su un disco fisso di tutti i brani musicali acquistati su iTunes. La procedura è raccontata in questo sito:

http://conoscoilweb.it/wordpress/da-itunes-a-mp3-esportare-mp3-da-itunes/

Quanto agli eBook, la soluzione è il software Calibre, potente, facile, straordinario, per trasferire e salvare su supporto rigido i libri digitali acquistati.

(Link a Tom’s Hardware)

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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