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Poe, Darwin, Bierce, Asimov e il giocatore di scacchi automatico

Ambrose Bierce non conosceva le tre leggi della robotica di Isaac Asimov. Non avrebbe potuto. Era già scomparso quando furono scritte. E’ presumibile invece che Asimov abbia letto il racconto di Bierce “Il padrone di Moxon” e che il testo abbia contribuito ad ispirare le sue leggi. Vox Company continua a tessere il fil rouge che, nel nome dell’evoluzione,  accomuna il bicentenario di Charles Darwin con quello di  Edgar Allan Poe. Prima l’omaggio a Poe, con l’audiolibro “La lettera rubata”, poi l’ossequio corale, con la proposta di ascolto del “Moxon’s Master”.

Una macchina può pensare? Non è l’uomo stesso una macchina che pensa o, almeno, pensa di pensare? Una macchina pensa a quello che sta facendo…la materia è senziente. Nel suo lungo monologo, lo scienziato Moxon disserta della natura umana e cita Darwin senza citarlo, prima di soccombere al suo Frankenstein a causa di uno scacco matto fatale.

L’audiolibro edito da Vox Company riscatta Bierce dal suo ruolo di epigono di Poe. La voce di Vasco Mirandola è convincente, ha un tocco antichizzato che ben si presta al racconto e all’epoca in cui è stato scritto. Ventiquattro minuti e ventidue secondi di buona astrazione. Meglio se ascoltato ad occhi chiusi, in poltrona, con gli auricolari dell’iPod. Tre euro bene investiti.

Pubblicato da Pino Bruno

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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