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L’ultima cena come non l’avete mai vista

Applicazione da gustare, per appassionati, studenti, docenti e storici dell’arte, “Virtual History – Ultima Cena”, realizzata da Applix per Arnoldo Mondadori Editore e riservata all’iPad. Vi si sposano arte e tecnologia, con le prerogative tattili del tablet Apple esaltate al massimo. E’ un tuffo profondo nel capolavoro di Leonardo, che permette di cogliere suggestioni e sfumature tali da completare con soddisfazione la visita obbligata al Refettorio di Santa Maria delle Grazie che ospita il capolavoro.

 

Screenshot da “Virtual History – Ultima Cena”

 

 

Cosa c’è da vedere (e toccare) che valga i 7,99 euro spesi per l’applicazione e vada oltre gli approcci finora proposti dal mondo digitale? Molto, moltissimo, perché qui si è davanti, dentro e oltre l’opera, se ne possono cogliere particolari infinitesimali, osservare gli oggetti sul tavolo, studiare uno a uno i protagonisti del cenacolo, vederli in tre dimensioni, esaminare i disegni preparatori, seguire i vari passaggi del restauro, usare la tavoletta come un volante, per muoversi negli ambienti. Insomma, uno straordinario strumento didattico, che farebbe faville durante lezioni e corsi di storia dell’arte. Ce n’è anche per gli amanti del mistero, con le varie interpretazioni del lavoro di Leonardo, comprese quelle meno scientifiche ma comunque affascinanti di Dan Brown.

 

Screenshot da “Virtual History – Ultima Cena”

 

 

Tutta l’applicazione è permeata di rigorosi contenuti storici e tecnici, grazie alla consulenza scientifica di Simone Ferrari e al progetto editoriale di Gualtiero e Roberto Carraro e Claudio Somazzi. Basta scorrere i credits per rendersi conto della qualità e quantità delle fonti iconografiche e del lavoro degli specialisti in ricostruzioni 3D, interactivity, sviluppo software, elaborazione digitale delle immagini.

 

Screenshot da “Virtual History – Ultima Cena”

 

 

L’applicazione è stata costruita con Bubble Viewer, tecnologia di realtà aumentata ideata in Italia da Applix e patent pending negli USA. Ecco come la descrive Claudio Somazzi, fondatore e Business Partner della software farm: “Bubble Viewer, come dice la parola stessa, fa entrare l’utente all’interno di una bolla e trasforma lo schermo di un tablet in un telescopio immaginario, attraverso il quale è possibile osservare un’immagine reale o virtuale a 360°”.

Chissà cosa ci avrebbe fatto, Leonardo, con Bubble Viewer!

 

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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