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PhotoDNA per combattere la pedopornografia

Una tecnologia Microsoft aiuterà a combattere la pedopornografia online, fenomeno purtroppo dilagante. Si chiama PhotoDNA e permette di analizzare le foto condivise e dare l’allarme nel caso di contenuti  pedopornografici.  Ieri Facebook ha fatto sapere che collaborerà all’iniziativa e userà il sistema  che Microsoft ha donato a dicembre 2009 al National Center for Missing & Exploited Children.

Facebook dunque userà PhotoDNA per scandagliare i milioni di fotografie postate ogni giorno sul social network.  “La nostra speranza  – dice il direttore del National Center for Missing & Exploited Children, Arnie Allen – è che a Facebook si aggiungano gli altri social network”.

PhotoDNA viene utilizzato solo per trovare e rimuovere immagini in cui i bambini sono vittime di sfruttamento sessuale e senza violare privacy e diritti di libertà dei consumatori di pornografia “tradizionale”.

Dal 2002 ad oggi, il National Center for Missing & Exploited Children ha tolto dalla circolazione 48 milioni di immagini e video. 13 milioni solo nel 2010. Il centro opera su mandato del Congresso statunitense, contribuisce a individuare e aiutare le vittime e supporta le indagini delle forze dell’ordine.

PhotoDNA agisce – per grandi linee – come un antivirus.  Il software crea un hash – un codice digitale – che agevola la ricerca delle immagini sospette, anche se le fotografie sono state manipolate e ritoccate per mimetizzarsi nel web.   I test di Microsoft ne avrebbero confermato l’efficacia al 99,7 per cento.

Per creare l’hash, il software converte l’immagine in bianco e nero e in un formato standard. Poi spezzetta l’immagine in blocchi e la sottopone a una serie di misurazioni. Quando c’è una foto sospetta, si passa ad esame più approfondito.

In questo video c’è una demo del funzionamento di PhotoDNA.

Fonti: blog di Feliciano Intini, Microsoft, The New York Times

Pino Bruno

Scrivo per passione e per dovere, sono direttore di Tom's Hardware Italy, ho fatto il giornalista all'Ansa e alla Rai e scrivo di digital life per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer

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