Google dice cornuto al drone
15 Aprile 2013 Pubblicato da Pino Bruno
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Al capo supremo di Google, Eric Schmidt, non piacciono i droni. Beninteso, non quelli di guerra, che bombardano e uccidono. Non gli stanno bene i piccoli droni, formato aeromodello o poco più, e sapete perché? Potrebbero essere utilizzati dai vicini curiosi per spiarci e ascoltare le nostre conversazioni, ha dichiarato al Daily Mail. Perbacco, è questione di privacy! E parla proprio il boss della multinazionale accusata dalle Autorità per la protezione dei dati personali di Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna per presunta violazione della privacy degli utenti!
Mr. Schmidt non è nuovo a corbellerie del genere. Qualche anno fa, nel dicembre 2009, intervistato dalla CNBC sul tema dell’oblio digitale, rispose così: “Se volete che nessuno sappia cosa fate su Internet forse è perché non avreste dovuto farlo. Se volete veramente che qualcosa resti privata, la verità è che i motori di ricerca, Google compreso, conservano tutte le informazioni per un determinato periodo. Negli Stati Uniti siamo soggetti al Patriot Act (la legge antiterrorismo. Ndr) e queste notizie possono essere trasmesse alle autorità”.
Insomma, chi se ne frega della privacy: se vi piace è così, altrimenti staccate la spina.
Eric Schmidt oggi teme che un drone vada a ficcare il naso alla sua finestra, così come ieri (luglio 2005) aveva messo sulla lista nera i giornalisti di CNET che avevano fatto un’inchiesta su guadagni, operazioni in borsa e hobby del presidente di Google.
Il bove dice cornuto al drone.